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Tutti pensavamo che, con la legge Bersani, il processo di semplificazione e di progressiva riduzione della burocrazia fosse incominciato …ILLUSI!

Era soltanto un piccolo break, uno specchietto per le allodole per  ricominciare in una maniera più serrata e estenuante la complicazione della burocrazia.

Me ne sono accorto ieri, quando sono andato alla Motorizzazione per iscrivere alla patente da privatista una delle mie figlie. Mi sono venuti in mente ricordi di quando, oltre 40 anni fa feci la mia prima patente A, quella della moto: un semplice modulo, pochi minuti e tutto era pronto… ho ancora un bel ricordo di quell’esperienza.

Ieri, invece, un incubo!

Anzitutto le complicanze burocratiche rendono tutte le procedure più lunghe: prendo un numero, ci sono due sportelli dedicati, ci sono altri dieci davanti a me… quasi due ore di attesa, pensate! Vuol dire che ci sono voluti in media 12 minuti per ogni semplicissima pratica di acquisizione di documenti o di prendere appuntamenti, perchè di questo si trattava.

Arriva il mio turno, e, dopo due ore di attesa, puoi essere in due condizioni: sei ridotto ad uno zerbino e hai una servile disponibilità fantozziana, oppure sei incazzato come una bestia – sempre fantozzianamente parlando – e diventi una belva umana incontrollabile.

Ieri mi ero imposto la prima strada, perché dopo due ore non volevo rischiare di fallire, ma cosa scopro? Non bastano più le fotocopie di documenti come carta identità o carta dei servizi, ma servono gli originali in visione!!! Ma se sono venuto io con una delega, perchè mia figlia è via, come faccio ad avere i suoi documenti? Ne avrà bisogno lei no?

Ma non è tutto ridicolo, quando tutte le nostre info (scrivo così perchè è più attuale) sono contenute nel codice fiscale e nello stesso modulo dove lo indichiamo appena sotto ci fanno scrivere data e luogo di nascita?!? MA C’È SCRITTO TUTTO! NON LO VEDI, BECERO IMPIEGATO CHE NON TI RIBELLI ALLA STUPIDITÀ DI QUESTE COSE?!?

È come se ci fosse indicato di scrivere il nome e cognome due volte di fila. E così è anche per tutte le altre informazioni.

Comunque, tornando alla Motorizzazione e alla mia pratica, sono spaventato, ho paura. Mi dico: “Adesso cosa faccio? Ho sprecato tutto questo tempo?”
Fortunatamente, un barlume di ragionevolezza e di compromesso – tutto italiano – compare sulle labbra di quella Corazzata Potëmkin dell’impiegata che è di fronte a me. Mi dice: “Vuol dire che gli originali me li porterà quando verrà a prendere l’appuntamento per l’esame.”

Il problema è che lo fa con tutto il peso di farmi una concessione e – anche questo, tutto italiano – di farmi sentire l’importanza del suo piccolo potere, che ha in questo momento su di me nel farmi questa piccola “concessione”.

Vorrei che fosse il Vaffa Day (a quello vero non ci sono mai andato e non penso ci andrò mai) per poterle dire: “Sai che giorno è oggi?”.
MA NON SAI CHE SEI UNA CITTADINA COME ME? PERCHÈ NON CI ALLEIAMO E CI RIBELLIAMO ALLA BUROCRAZIA, QUANDO È COSÍ STUPIDA?

E invece no. Me ne vado con la coda tra le gambe, felice di aver portato a casa un risultato e, per oggi, di essere stato Fantozzi tappetino.

MA NON SARÀ SEMPRE COSÌ!?!

Articolo a cura di Claudio Fontana