Tag Archivio per: estero

Quando parliamo di “fuga di cervelli” intendiamo quelle persone preparate e qualificate che non trovano in Italia un lavoro adeguato e sono costrette a recarsi all’estero dove, non solo riescono a lavorare, ma sono anche molto apprezzate per le loro capacità e professionalità.

La fuga è sempre più una realtà quantitativa: oltre 300.000 sono coloro che se ne sono andati dall’Italia nei primi 10 mesi di questo 2019. Ma l’emorragia rischia di crescere, perchè non è solo la necessità di trovare un’occupazione che spinge le persone, soprattutto i giovani, a espatriare, ma anche le condizioni di lavoro, per chi un lavoro ce l’ha già: tasse altissime, burocrazia soffocante, scarsità di ricerca e di spinta all’innovazione rendono difficile se non impossibile lavorare in Italia.

E questo è ancora più evidente per coloro che cercano d’intraprendere un’attività in proprio e non trovano supporto burocratico, logistico e finanziario: tante regole confuse e poco chiare che fanno passare la voglia d’incominciare, difficoltà a trovare consulenze serie, economiche e che veramente portino ad un risultato, banche disponibili ad offrire risorse ad interessi sempre troppo alti rispetto a quelli reali e soltanto a coloro che possono dare garanzie.

Insomma, una realtà nella quale chi è già ricco lo diventa sempre di più, oppure dalla quale bisogna fuggire per non rimanere intrappolati e soffocati.

Attenzione, perchè tutto questo non fa bene all’Italia, spinge alla reazione, alla rivolta e alla distruzione che è sempre molto rapida rispetto alla costruzione che è lenta e faticosa.

Meditate gente.

Articolo a cura di Claudio Fontana.

E c’è ancora qualcuno che in Italia ha il coraggio di dire che l’inglese non serve?

Ovunque vai, con chiunque t’incontri nel mondo, se non sai l’inglese sei finitO. O meglio, non cominci nemmeno.

Parlo di lavoro, di amicizie, di rapporti, di amore, di cibo… Persino per andare al bagno i gesti convenzionali talvolta non bastano.

Perchè noi italiani dobbiamo avere questa idiosincrasia verso le lingue straniere? Non ci rendiamo conto che è finito il tempo del latino o del dolce stilnovo e bisogna darsi una mossa in un mondo dove la comunicazione diventa sempre più importante?

“Ma tanto ci sono i traduttori online.”, dice qualcuno. E’ vero, ma non sempre sono così immediati e non sempre possiamo o riusciamo ad utilizzarli.

ragazza con dizionario d'inglese

Mi ricordo di quando, qualche anno fa, ho preso una multa in Russia e il poliziotto usò il traduttore presente su un tablet per farmi la contestazione e anche per chiedermi di pagarlo sottobanco se avessi voluto dimezzarla… Quella volta ha funzionato. 

Ma può capitare di non avere un tablet o uno smartphone sottomano. Oppure ci si può trovare in situazioni dove è difficile o inopportuno usare altri strumenti se non la propria lingua. Alcuni esempi: vi trovate a fronteggiare una situazione di emergenza e dovete chiedere aiuto, oppure avete un incontro romantico e non volete intrusi, e ancora se state cucinando e le mani le avete già impegnate.

persone sorridenti in ufficio con cartello a forma di fumetto

Ma forza, italiani, diamoci una mossa! Facciamo che l’inglese non sia più una lingua straniera, ma un sistema di comunicazione che tutti noi dovremmo conoscere allo stesso modo in cui abbiamo imparato ad usare i pc, i videogiochi, le smart tv…

L’inglese non è più “la lingua degli inglesi” ma un codice che abbiamo tutti per comunicare, un vero e proprio patrimonio per l’umanità.

Articolo a cura di Claudio Fontana