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Recentemente, l’amministrazione guidata da Giorgia Meloni ha introdotto importanti modifiche alla legislazione sulla disabilità, attraverso l’emanazione di due decreti legislativi. Questi decreti mirano a ottimizzare il processo di riconoscimento e valutazione delle disabilità civili, alleggerendo la burocrazia e rendendo più efficienti le procedure amministrative.

Analizziamo le principali innovazioni apportate da questi decreti e come impatteranno sulla Legge 104:

1. Redefinizione dei Criteri di Disabilità: Il primo decreto stabilisce nuovi criteri per la definizione di disabilità, focalizzandosi su due finalità principali:

   – Eliminazione degli ostacoli amministrativi.

   – Implementazione dei supporti necessari per le persone con disabilità.

2. Introduzione di Nuovi Standard di Valutazione: Il decreto introduce cinque elementi chiave:

   – Nuove definizioni per la disabilità e le persone con disabilità.

   – Adozione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) e della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) a partire dal 1 gennaio 2025.

   – Trasferimento dei processi di valutazione all’INPS dal 1 gennaio 2026, con l’introduzione di un certificato medico iniziale per avviare le procedure.

   – Implementazione di una valutazione multidimensionale che tenga conto di diversi aspetti della vita dell’individuo.

   – Riconoscimento del diritto all’accomodamento ragionevole per assicurare alle persone con disabilità l’accesso ai vari diritti sociali e civili.

Queste modifiche rappresentano un passo significativo verso la creazione di una società più inclusiva e rispettosa delle esigenze delle persone con disabilità. L’obiettivo di queste nuove direttive è di fornire un quadro legislativo che migliori concretamente la vita di queste persone, garantendo loro maggiori opportunità e una più equa partecipazione alla vita sociale e civile.

Cristina Zangone

Sono nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

Secondo le ultime notizie dall’INPS, un nuovo portale specificamente progettato per le persone con disabilità sta per essere lanciato, come annunciato nel messaggio n. 4193 del 24 novembre 2023. Questo portale, che fa parte del sito ufficiale dell’INPS, è stato nominato “Portale della Disabilità” e rappresenta un passo avanti nel progetto di modernizzazione tecnologica, noto come “Sportello Unico INPS Invalidità Civile”. Questo sviluppo si inserisce nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Per accedere al portale sarà necessario utilizzare sistemi di identità digitale come SPID di livello 2 o superiore, la Carta d’Identità Elettronica 3.0 (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). È prevista anche la possibilità di delega ad una persona fidata per coloro che non possono accedere autonomamente.

Il portale propone diverse funzionalità: monitoraggio dello stato delle richieste di prestazioni per invalidità civile, cecità e sordità civile, oltre ai benefici garantiti dalle Leggi n. 68/1999 e n. 104/1992. È possibile anche tenere traccia del processo sanitario-amministrativo delle proprie domande e inviare documentazione medica qualora necessario.

Gli utenti potranno inoltre ricevere notifiche e aggiornamenti riguardanti scadenze e gestione delle indennità. Una sezione specifica, denominata “Pagamenti e cedolini”, permette di visualizzare i dettagli dei pagamenti effettuati per le prestazioni legate alla disabilità.

Questo nuovo strumento rappresenta un passo importante verso un futuro più inclusivo, facilitando l’accesso alle informazioni e ai servizi per tutti.

Cristina Zangone

Sono nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

L’Automobile Club d’Italia (ACI) fornisce indicazioni sulle regole stradali specifiche per i disabili su tutto il territorio nazionale. Ecco alcune norme fondamentali:

1) Il disabile può transitare nelle zone a traffico limitato (ZTL) quando è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria di veicoli adibiti a servizi di trasporto e pubblica utilità (artt. 11, c. 1 e 3, e 12 D.P.R. 503/1996).

2) Nelle zone a traffico controllato (ZTC), come specificato negli articoli menzionati sopra.

3) Nelle aree pedonali urbane (APU), quando è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria di veicoli adibiti a servizi di trasporto e pubblica utilità (art. 11, c. 4, D.P.R. 503/1996).

4) Nelle vie e corsie preferenziali riservate ai mezzi di trasporto e ai taxi (artt. 11, c. 1 e 3, e 12 D.P.R. 503/1996).

5) In caso di blocco, sospensione o limitazione della circolazione per esigenze di carattere militare oppure quando siano previsti obblighi e divieti, temporanei o permanenti, anti-inquinamento, come le domeniche ecologiche o la circolazione per targhe alterne (art. 188 Regolamento di esecuzione del Cds).

Le norme per l’accesso alle zone ZTL variano da Comune a Comune. In alcuni Comuni, l’esposizione del contrassegno disabili è sufficiente, mentre in altri, con varchi elettronici, è necessario comunicare preventivamente il numero di targa del veicolo. È consigliabile informarsi per evitare sanzioni.

Per quanto riguarda il parcheggio, i disabili possono parcheggiare:

1) Negli spazi riservati nei parcheggi pubblici, ad eccezione dei parcheggi personalizzati.

2) Nelle aree di parcheggio a tempo determinato, senza limitazioni di tempo e senza esposizione del disco orario.

3) Nei parcheggi a pagamento, nelle strisce blu, se i parcheggi disabili risultano occupati e se il comune lo consente.

4) Nelle ZTL o nelle zone a sosta limitata (ZSL) senza limiti di orario, quando è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria.

5) Nelle ZTC e nelle APU.

6) In caso di blocco, sospensione o limitazione della circolazione, come citato sopra.

È vietato parcheggiare:

1) Dove vige il divieto di sosta con rimozione forzata.

2) Dove vige il divieto di fermata.

3) In corrispondenza di passo carrabile, attraversamenti pedonali e ciclabili, ponti, dossi, cavalcavia, strettoie, passaggi a livello, gallerie, segnaletica verticale (occultandone la vista), aree di fermata bus, corsie di scorrimento dei mezzi di trasporto pubblico.

4) In corrispondenza o in prossimità delle intersezioni.

5) In seconda fila, sui marciapiedi, sulle piste ciclabili, contro il senso di marcia.

6) Nelle aree riservate ai mezzi di soccorso e alla polizia.

7) Negli spazi per i mezzi pubblici o nelle aree riservate al carico/scarico merci.

8) Negli spazi di parcheggio personalizzati, riservati a un singolo titolare di concessione con segnaletica specifica.

9) Nelle ZTL quando non è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria di veicoli adibiti a servizi di trasporto e pubblica utilità.

10) Nelle APU, quando non è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria di veicoli adibiti a servizi di trasporto e pubblica utilità.

A Roma, è stata approvata una delibera per modificare l’utilizzo dei contrassegni disab

ili, limitando le targhe autorizzate da tre a due (un’autovettura principale e una secondaria con autorizzazione). Ciò porterà a una riduzione del numero di autovetture autorizzate, da 178.000 a 106.000. Inoltre, in caso di necessità di trasporto di un disabile, è richiesta una comunicazione preventiva agli uffici preposti per l’accesso alle zone ZTL. Sarà inoltre introdotta una procedura accessibile per eseguire il passaggio in tempo reale da una targa autorizzata all’altra.

Cristina ZangoneSono

nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

Per tentare di prevenire la violenza nei confronti delle donne – Parte 2

Il passaggio all’adolescenza rappresenta un momento cruciale nella vita dei ragazzi, e con esso emerge la necessità di un’educazione sessuale appropriata. I cambiamenti fisici e le nuove sensazioni ed emozioni richiedono risposte chiare e oneste alle loro curiosità, già presenti fin dall’infanzia.

In assenza di una guida educativa, i ragazzi, soprattutto i maschi, potrebbero cercare risposte su Internet, dove i siti pornografici prevalgono. Questi spesso forniscono una rappresentazione distorta e meccanica della sessualità, riducendo la donna a un oggetto di piacere e promuovendo un’immagine subalterna e a volte violenta della stessa.

È fondamentale quindi impartire un’educazione che mostri come tale visione sia lontana dalla realtà, dove l’atto sessuale deve includere una forte componente affettiva e basarsi sul rispetto reciproco tra i partner. Una corretta educazione sessuale ed emotiva dovrebbe essere una pratica standard nelle scuole, oltre che responsabilità dei genitori. Purtroppo, solo recentemente il nostro paese sta prendendo coscienza di questa necessità, in risposta agli episodi di violenza che hanno colpito l’opinione pubblica.

In questo contesto, è vitale riscoprire la nostra umanità e guidare gli adolescenti in un utilizzo consapevole della tecnologia, evitando l’esposizione a videogiochi violenti che possono annullare gli aspetti positivi dei rapporti umani. Questi ultimi, sebbene possano essere caratterizzati da tensioni e contraddizioni, devono essere affrontati in modo positivo e costruttivo, insegnando il rispetto reciproco.

Non va dimenticato, specialmente durante l’infanzia, l’importanza di nutrire la naturale tendenza alla tenerezza nei nostri figli, di entrambi i sessi, per fornire loro un bagaglio emotivo adeguato per affrontare il mondo.

Vittoria Montemezzo  

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.

Per tentare di prevenire la violenza nei confronti delle donne -Parte 1

La constatazione che la nostra società occidentale, pur evoluta, conservi un marcato retaggio maschilista è fonte di grande sconforto. Tale mentalità, nei casi più estremi, può sfociare in atti di violenza contro le donne, come dimostrano i frequenti e terribili episodi di cronaca. Essendo un problema culturale, il suo contrasto dovrebbe iniziare dalle radici, ovvero dall’educazione, particolarmente quella rivolta ai figli maschi. L’obiettivo è che, fin da piccoli, imparino a riconoscere e interiorizzare che uomini e donne sono “diversi ma uguali”, meritevoli dello stesso rispetto, per costruire una società più giusta e felice.

Le ricerche online hanno rivelato “12 consigli per genitori di figli maschi”, ispirati alle teorie del dott. Daniele Novara, che offrono linee guida per un’educazione efficace e attuale:

1) LASCIARLI PIANGERE: I bambini maschi devono poter esprimere liberamente la loro vulnerabilità e piangere senza vergogna. È fondamentale insegnare loro a esprimere sentimenti ed emozioni con le parole.

2) MODELLI POSITIVI: Entrambi i genitori dovrebbero fornire esempi di forza e positività. Il padre deve essere un punto di riferimento e di supporto, mentre la madre dovrebbe favorire il legame padre-figlio, permettendo loro di condividere momenti insieme.

3) ESPRIMERE IL PROPRIO SÉ: Ogni bambino deve poter trovare la propria identità, seguendo i propri interessi, anche se non conformi ai canoni tradizionali. Non esistono attività esclusivamente maschili o femminili.

4) AUTONOMIA PERSONALE: I bambini maschi dovrebbero imparare ad occuparsi di se stessi e della casa, acquisendo competenze utili per una vita autonoma.

5) CURA DEGLI ALTRI: Educare i maschi alla responsabilità e alla cura degli altri, come fratelli minori o animali domestici, contribuisce a costruire una società più equa.

6) AMICIZIA CON LE BAMBINE: È importante incoraggiare l’amicizia tra bambini di sesso opposto per sviluppare un senso di equità e arricchimento reciproco.

7) CONDIVISIONE DELLE ATTIVITÀ: Genitori di entrambi i sessi dovrebbero partecipare senza distinzione alle attività domestiche e altre, mostrando ai figli l’importanza della collaborazione familiare.

8) RISPETTO DEL “NO”: Insegnare fin da piccoli il rispetto per se stessi e per gli altri, includendo il consenso e la capacità di dire e accettare un “no”.

9) GESTIRE I CONFLITTI: È essenziale insegnare ai bambini a gestire i conflitti in modo costruttivo e giusto, senza evitare le controversie ma imparando a risolverle.

10) EVITARE TERMINI RIDUTTIVI: Non usare espressioni come “femminuccia” in modo offensivo o riduttivo, evitando di associare la vulnerabilità a un genere specifico.

11) PROMUOVERE LA LETTURA: Incoraggiare la lettura e l’uso del linguaggio per sviluppare il mondo interiore dei bambini, indipendentemente dal loro sesso.

12) CELEBRARE L’INFANZIA: Insegnare ai bambini la forza interiore, la gestione delle emozioni, la resilienza e la cura di sé e degli altri, dando loro fiducia per sviluppare le proprie passioni.

Vittoria Montemezzo  

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.