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Assortopedia, Fish onlus, Simfer e la Dott.ssa Fernanda Gellona, Direttore Generale di Confindustria Dispositivi Medici, hanno espresso critiche sulla revisione del Nomenclatore Tariffario, ritenendolo inadeguato. Anita Pallara, Presidente dell’Associazione Famiglie SMA e atleta di powerchair football, sottolinea le difficoltà nella pratica sportiva per persone con disabilità a causa della mancanza di protesi e ausili tecnologicamente avanzati, non coperti dal Sistema Sanitario Nazionale.

Il nuovo Nomenclatore Tariffario, atteso come un miglioramento, ha deluso le aspettative per la sua inadeguatezza nel rispondere alle esigenze attuali, lasciando spesso le persone a fronteggiare da sole i costi degli ausili. Questo documento, rilasciato dal Ministero della Salute, specifica le tipologie e le modalità di fornitura di protesi e ausili a carico del SSN e sarà pienamente operativo dal 1° aprile 2024.

Recenti sviluppi legislativi hanno riconosciuto l’importanza sociale e il beneficio psicofisico dello sport, culminando nell’inserimento dello sport nella Costituzione attraverso una modifica all’Art. 33 e l’introduzione di un nuovo comma, con l’ultima approvazione della Camera dei Deputati il 20 settembre.

Cristina Zangone

Sono nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

Le tradizioni di una grande festa

– Parte 2

L’Albero di Natale

L’Albero di Natale

È uno dei simboli più noti di questa festa; generalmente è una conifera sempreverde come un pino o un abete, decorata con palline colorate, lucine, nastri, festoni ecc., e a volte anche con piccoli dolciumi e frutti. L’origine di questa usanza sembra risalire al 16° secolo in Germania, basandosi su tradizioni preesistenti, prima pagane e poi cristiane. Originariamente, l’abete era l’albero sacro al potente dio nordico Odino, considerato quasi “magico” perché manteneva le sue foglie aghiformi anche in inverno, rimanendo sempreverde; per il Solstizio d’Inverno, veniva tagliato dal bosco, portato in casa e decorato con piccoli frutti per augurare il ritorno della fertilità a primavera. Analogamente, gli Antichi Romani decoravano le loro case con rami di pino per le Calende di Gennaio, celebrate durante i precedenti Saturnali.

Con il suo significato di rinascita della vita dopo l’inverno, questo albero è stato presto associato alla figura salvifica di Gesù Cristo. Le candeline poste fra i suoi rami, oggi sostituite da piccole luci elettriche, simboleggiano la luce e la speranza portate da lui nel mondo; mentre sulla punta è spesso presente un puntale o una stella, rappresentando la stella cometa apparsa nel cielo di Betlemme alla sua nascita.

Il Presepe

Chiamato anche “Presepio”, è la rappresentazione della Natività di Gesù e del suo contesto, realizzata durante il periodo natalizio nelle case private e nelle chiese mediante statuine, muschio, cartapesta e altri materiali. È una tradizione cristiana tutta italiana, diffusasi poi nei paesi cattolici del mondo.

Il nome deriva dal latino “praesaepe”, che significa “greppia”, “mangiatoia”, ma anche un recinto chiuso per pecore e capre (composta da “prae”, “innanzi”, e “saepe”, “recinto”), indicando il luogo dove fu adagiato il piccolo Gesù. Immancabili sono le figure di Maria e Giuseppe, degli Angeli, del Bue e dell’Asinello, dei pastori e dei Re Magi, cui si possono aggiungere una varietà di altri personaggi, talvolta anche contemporanei, come nelle ricche versioni dei presepi napoletani.

Particolari sono i “Presepi Viventi”, rappresentazioni teatrali della Natività con figuranti e animali reali; questa tradizione sembra essere iniziata nel Medioevo, e il primo noto nella storia fu quello organizzato da San Francesco d’Assisi nel 1223 a Greccio, vicino a Rieti, in Lazio.

Il Cibo

La Cena della Vigilia del 24 e il Pranzo di Natale del 25 dicembre sono tipici della tradizione natalizia e solitamente riuniscono tutta la famiglia. I piatti variano da paese a paese. In generale, la tradizione britannica prevede un piatto a base di carne arrosto di oca, tacchino o altro grosso volatile come portata principale, seguito da sugo, patate, verdure, e come dessert il Christmas Pudding o la mince pie, una tortina ripiena di frutta secca, spezie, strutto e liquore, o il Christmas Cake. In Italia, troviamo lo zampone e il cotechino tra le pietanze più note, e il Panettone, il Pandoro, il Panforte, il torrone e il Ceppo di Natale come dolci. La Cena della Vigilia, spesso “di magro”, è caratterizzata dal pesce: in Sicilia ne vengono serviti ben 12 tipi!

E così giungiamo al culmine del periodo natalizio e all’inizio del Nuovo Anno, l’Epifania, che secondo un noto detto popolare “tutte le feste si porta via”. Ma di essa, essendo un argomento piuttosto complesso, parleremo in un prossimo articolo… Dunque, Buone Feste a tutti!

Vittoria Montemezzo  

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.

L’Automobile Club d’Italia (ACI) fornisce indicazioni sulle regole stradali specifiche per i disabili su tutto il territorio nazionale. Ecco alcune norme fondamentali:

1) Il disabile può transitare nelle zone a traffico limitato (ZTL) quando è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria di veicoli adibiti a servizi di trasporto e pubblica utilità (artt. 11, c. 1 e 3, e 12 D.P.R. 503/1996).

2) Nelle zone a traffico controllato (ZTC), come specificato negli articoli menzionati sopra.

3) Nelle aree pedonali urbane (APU), quando è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria di veicoli adibiti a servizi di trasporto e pubblica utilità (art. 11, c. 4, D.P.R. 503/1996).

4) Nelle vie e corsie preferenziali riservate ai mezzi di trasporto e ai taxi (artt. 11, c. 1 e 3, e 12 D.P.R. 503/1996).

5) In caso di blocco, sospensione o limitazione della circolazione per esigenze di carattere militare oppure quando siano previsti obblighi e divieti, temporanei o permanenti, anti-inquinamento, come le domeniche ecologiche o la circolazione per targhe alterne (art. 188 Regolamento di esecuzione del Cds).

Le norme per l’accesso alle zone ZTL variano da Comune a Comune. In alcuni Comuni, l’esposizione del contrassegno disabili è sufficiente, mentre in altri, con varchi elettronici, è necessario comunicare preventivamente il numero di targa del veicolo. È consigliabile informarsi per evitare sanzioni.

Per quanto riguarda il parcheggio, i disabili possono parcheggiare:

1) Negli spazi riservati nei parcheggi pubblici, ad eccezione dei parcheggi personalizzati.

2) Nelle aree di parcheggio a tempo determinato, senza limitazioni di tempo e senza esposizione del disco orario.

3) Nei parcheggi a pagamento, nelle strisce blu, se i parcheggi disabili risultano occupati e se il comune lo consente.

4) Nelle ZTL o nelle zone a sosta limitata (ZSL) senza limiti di orario, quando è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria.

5) Nelle ZTC e nelle APU.

6) In caso di blocco, sospensione o limitazione della circolazione, come citato sopra.

È vietato parcheggiare:

1) Dove vige il divieto di sosta con rimozione forzata.

2) Dove vige il divieto di fermata.

3) In corrispondenza di passo carrabile, attraversamenti pedonali e ciclabili, ponti, dossi, cavalcavia, strettoie, passaggi a livello, gallerie, segnaletica verticale (occultandone la vista), aree di fermata bus, corsie di scorrimento dei mezzi di trasporto pubblico.

4) In corrispondenza o in prossimità delle intersezioni.

5) In seconda fila, sui marciapiedi, sulle piste ciclabili, contro il senso di marcia.

6) Nelle aree riservate ai mezzi di soccorso e alla polizia.

7) Negli spazi per i mezzi pubblici o nelle aree riservate al carico/scarico merci.

8) Negli spazi di parcheggio personalizzati, riservati a un singolo titolare di concessione con segnaletica specifica.

9) Nelle ZTL quando non è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria di veicoli adibiti a servizi di trasporto e pubblica utilità.

10) Nelle APU, quando non è autorizzato l’accesso anche a una sola categoria di veicoli adibiti a servizi di trasporto e pubblica utilità.

A Roma, è stata approvata una delibera per modificare l’utilizzo dei contrassegni disab

ili, limitando le targhe autorizzate da tre a due (un’autovettura principale e una secondaria con autorizzazione). Ciò porterà a una riduzione del numero di autovetture autorizzate, da 178.000 a 106.000. Inoltre, in caso di necessità di trasporto di un disabile, è richiesta una comunicazione preventiva agli uffici preposti per l’accesso alle zone ZTL. Sarà inoltre introdotta una procedura accessibile per eseguire il passaggio in tempo reale da una targa autorizzata all’altra.

Cristina ZangoneSono

nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

Per tentare di prevenire la violenza nei confronti delle donne – Parte 2

Il passaggio all’adolescenza rappresenta un momento cruciale nella vita dei ragazzi, e con esso emerge la necessità di un’educazione sessuale appropriata. I cambiamenti fisici e le nuove sensazioni ed emozioni richiedono risposte chiare e oneste alle loro curiosità, già presenti fin dall’infanzia.

In assenza di una guida educativa, i ragazzi, soprattutto i maschi, potrebbero cercare risposte su Internet, dove i siti pornografici prevalgono. Questi spesso forniscono una rappresentazione distorta e meccanica della sessualità, riducendo la donna a un oggetto di piacere e promuovendo un’immagine subalterna e a volte violenta della stessa.

È fondamentale quindi impartire un’educazione che mostri come tale visione sia lontana dalla realtà, dove l’atto sessuale deve includere una forte componente affettiva e basarsi sul rispetto reciproco tra i partner. Una corretta educazione sessuale ed emotiva dovrebbe essere una pratica standard nelle scuole, oltre che responsabilità dei genitori. Purtroppo, solo recentemente il nostro paese sta prendendo coscienza di questa necessità, in risposta agli episodi di violenza che hanno colpito l’opinione pubblica.

In questo contesto, è vitale riscoprire la nostra umanità e guidare gli adolescenti in un utilizzo consapevole della tecnologia, evitando l’esposizione a videogiochi violenti che possono annullare gli aspetti positivi dei rapporti umani. Questi ultimi, sebbene possano essere caratterizzati da tensioni e contraddizioni, devono essere affrontati in modo positivo e costruttivo, insegnando il rispetto reciproco.

Non va dimenticato, specialmente durante l’infanzia, l’importanza di nutrire la naturale tendenza alla tenerezza nei nostri figli, di entrambi i sessi, per fornire loro un bagaglio emotivo adeguato per affrontare il mondo.

Vittoria Montemezzo  

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.

Per tentare di prevenire la violenza nei confronti delle donne -Parte 1

La constatazione che la nostra società occidentale, pur evoluta, conservi un marcato retaggio maschilista è fonte di grande sconforto. Tale mentalità, nei casi più estremi, può sfociare in atti di violenza contro le donne, come dimostrano i frequenti e terribili episodi di cronaca. Essendo un problema culturale, il suo contrasto dovrebbe iniziare dalle radici, ovvero dall’educazione, particolarmente quella rivolta ai figli maschi. L’obiettivo è che, fin da piccoli, imparino a riconoscere e interiorizzare che uomini e donne sono “diversi ma uguali”, meritevoli dello stesso rispetto, per costruire una società più giusta e felice.

Le ricerche online hanno rivelato “12 consigli per genitori di figli maschi”, ispirati alle teorie del dott. Daniele Novara, che offrono linee guida per un’educazione efficace e attuale:

1) LASCIARLI PIANGERE: I bambini maschi devono poter esprimere liberamente la loro vulnerabilità e piangere senza vergogna. È fondamentale insegnare loro a esprimere sentimenti ed emozioni con le parole.

2) MODELLI POSITIVI: Entrambi i genitori dovrebbero fornire esempi di forza e positività. Il padre deve essere un punto di riferimento e di supporto, mentre la madre dovrebbe favorire il legame padre-figlio, permettendo loro di condividere momenti insieme.

3) ESPRIMERE IL PROPRIO SÉ: Ogni bambino deve poter trovare la propria identità, seguendo i propri interessi, anche se non conformi ai canoni tradizionali. Non esistono attività esclusivamente maschili o femminili.

4) AUTONOMIA PERSONALE: I bambini maschi dovrebbero imparare ad occuparsi di se stessi e della casa, acquisendo competenze utili per una vita autonoma.

5) CURA DEGLI ALTRI: Educare i maschi alla responsabilità e alla cura degli altri, come fratelli minori o animali domestici, contribuisce a costruire una società più equa.

6) AMICIZIA CON LE BAMBINE: È importante incoraggiare l’amicizia tra bambini di sesso opposto per sviluppare un senso di equità e arricchimento reciproco.

7) CONDIVISIONE DELLE ATTIVITÀ: Genitori di entrambi i sessi dovrebbero partecipare senza distinzione alle attività domestiche e altre, mostrando ai figli l’importanza della collaborazione familiare.

8) RISPETTO DEL “NO”: Insegnare fin da piccoli il rispetto per se stessi e per gli altri, includendo il consenso e la capacità di dire e accettare un “no”.

9) GESTIRE I CONFLITTI: È essenziale insegnare ai bambini a gestire i conflitti in modo costruttivo e giusto, senza evitare le controversie ma imparando a risolverle.

10) EVITARE TERMINI RIDUTTIVI: Non usare espressioni come “femminuccia” in modo offensivo o riduttivo, evitando di associare la vulnerabilità a un genere specifico.

11) PROMUOVERE LA LETTURA: Incoraggiare la lettura e l’uso del linguaggio per sviluppare il mondo interiore dei bambini, indipendentemente dal loro sesso.

12) CELEBRARE L’INFANZIA: Insegnare ai bambini la forza interiore, la gestione delle emozioni, la resilienza e la cura di sé e degli altri, dando loro fiducia per sviluppare le proprie passioni.

Vittoria Montemezzo  

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.