Come affrontarli

Verso i due anni di età, per i bambini comincia una fase spesso piuttosto temuta dai neo-genitori, che però è tanto inevitabile quanto “necessaria”: la fase di OPPOSIZIONE, che si manifesta attraverso i primi cosiddetti “capricci”. Ora che è diventato più grande, e riesce ad andare e venire a suo piacimento, il bimbo comincia anche a diventare più consapevole di sé stesso, di essere un’entità a sé, con la sua volontà, e non più un “tutt’uno” con la figura di riferimento, cioè quella che si prende cura di lui, in genere la mamma; ed è quindi soprattutto a lei che “riserva” le sue crisi di opposizione, caratterizzate anche dalla scoperta del “no”: una parola quasi “magica”, che il piccolo impara ad utilizzare, appunto, nel tentativo di affermare la sua indipendenza…Ed eccolo diventare estremamente lamentoso, oppure   trasformarsi in una piccola “furia scatenata”, che piange, urla, scalcia e si dimena, arrivando anche a rotolarsi per terra, letteralmente travolto da crisi di rabbia. Sembrerà strano, ma per affrontare questi momenti difficili la “parola d’ordine” per gli adulti di riferimento è “MANTENERE LA CALMA”: più si è in grado di restare calmi e meglio si riuscirà ad affrontare queste crisi; dietro le quali generalmente si nasconde una RICHIESTA DI ATTENZIONE, AFFETTO E SICUREZZA da parte del bambino; oppure possono essere un segnale di fame o stanchezza. In sostanza, quelli che i grandi chiamano “capricci”, celano in realtà sempre un motivo, un significato. Il fatto è che il piccolo è ancora emotivamente e psicologicamente immaturo, e quindi non ha a sua disposizione che questi “mezzi” per “tradurre” i suoi disagi e le sue necessità; sta quindi all’adulto cercare di fornirglieli, provando a METTERSI NEI SUOI PANNI e VERBALIZZANDO sinteticamente quanto gli succede. Questo sarà possibile, però, soltanto una volta che il bimbo si sarà un po’calmato, grazie ad un intervento anche fisicamente “CONTENITIVO” da parte dell’adulto: il quale, possibilmente, dovrà portarlo in maniera ferma e decisa in un luogo a parte, più tranquillo, rispetto a quello dov’è avvenuta la crisi; che infatti scoppia di frequente in luoghi “pubblici”, come per strada o al supermercato, dove il piccolo, inconsciamente, avverte che avrà più effetto, proprio perché “plateale” …

Diventa quindi indispensabile che l’adulto non si lasci impressionare né contagiare dalla collera a sua volta: solo comportandoci in modo maturo, da adulti, sostanzialmente, e dimostrando COMPRENSIONE per i loro sentimenti ed emozioni, potremo riuscire a dare sollievo ai nostri bambini, restituendo loro quel senso di sicurezza che avevano perduto con la crisi. Spesso, infatti, essi hanno il grande TIMORE DI PERDERE L’AMORE dei genitori, quando ne vengono travolti; è quindi importantissimo che i grandi li rassicurino del fatto che ciò non accadrà, sia a parole che con i gesti, magari avvolgendoli con un abbraccio.

Tuttavia, questo non significa affatto accettare la “modalità-capriccio” per esprimere le proprie richieste, cedendo quindi al “ricatto affettivo” che il bambino mette in atto per ottenere quello che vuole, e in definitiva, quindi, “abdicare” al proprio ruolo di adulto: ciò sarebbe del tutto diseducativo e nocivo nei suoi confronti. Da qui l’importanza dei “no” degli adulti, dei “patti chiari” e del loro rimanere coerenti con questi divieti e regole; i quali, naturalmente, non devono essere troppi, tanto da rendere la vita impossibile al bambino, che pure ha dentro di sé un’innata e legittima necessità di esplorare e sperimentare, anche per acquisire fiducia in sé stesso e nelle proprie risorse; bensì sufficienti a costituire quei “paletti” rassicuranti, quei LIMITI, in sostanza, dei quali il piccolo ha altrettanto urgente bisogno, sebbene inconsapevolmente.

In questa fase così tumultuosa, il nostro compito di adulti è dunque particolarmente impegnativo, e non può essere esente da errori; ma se davvero amiamo i nostri bambini, oltre al nostro amore, dobbiamo riuscire a dare loro anche SOSTEGNO, raggiungendo quel giusto grado di AUTOREVOLEZZA che consenta loro di crescere in modo equilibrato, più sicuri e felici possibile…

Vittoria Montemezzo

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