Le premesse storiche

(PREMESSA: nello scrivere questo articolo, trovando l’argomento piuttosto complesso, sono ricorsa molto spesso alla consultazione di “Wikipedia”, nonché a sue citazioni!)

Per cercare di “capire”, almeno un po’, ciò che sta succedendo oggi alle porte ad est dell’Europa, non molto lontano dall’Italia, credo sia opportuno tentare di conoscere un po’ della storia di questi due paesi entrati in guerra tra loro: sì, purtroppo, una nuova guerra in Europa, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale…

Sembrerà strano, forse, ma le loro storie sono profondamente intrecciate. Tutto ebbe inizio, probabilmente, con l’insediamento di tribù di Slavi Orientali nella regione corrispondente, più o meno, ai territori delle odierne Ucraina, Russia e Bielorussia, e cioè, in sostanza, nelle steppe e pianure dell’est-europeo. Già dalle epoche precedenti, in queste zone, si erano avvicendate una quantità di popolazioni nomadi e semi-nomadi: Cimmeri, Sciti, Sarmati, Goti, Unni, Avari, Bulgari, Cazari, Magiari, Peceneghi… In seguito, verso la metà del 9°sec. d.C., giunsero dal Nord genti di stirpe Svedese, i Variaghi, che altro non erano che conquistatori, mercanti e coloni Vichinghi; essi unificarono questi territori nella “Rus’ di Kiev”, imponendo il loro controllo sulle tribù degli Slavi dell’Est. Essendo abili ed esperti navigatori, esplorarono i sistemi fluviali e di trasporto delle merci delle aree a nord del Mar Nero, arrivando a controllare sia la via commerciale del fiume Volga, che permetteva loro di commerciare con i paesi musulmani sulle coste meridionali del Mar Caspio, sia la via chiamata, dal loro nome, “variago-greca”, che consentiva loro proficui scambi con l’Impero Bizantino. E con la forte influenza bizantina, nel tempo, essi abbandonarono il paganesimo e si convertirono al Cristianesimo Ortodosso; gradualmente finì così l’epoca vichinga della “Rus’ di Kiev”, e i Variaghi si assimilarono definitivamente agli Slavi Orientali che avevano precedentemente conquistato. La “Rus’ di Kiev”, che viene considerata il più antico stato organizzato slavo-orientale, in seguito si disgregò in principati indipendenti, e il territorio soggetto al principato di Perejaslav venne chiamato “Ucraina”, che nell’ antico slavo orientale significava, probabilmente “territorio, paese vicino, di confine”.

Poi, nel 13° sec. d.C. sopraggiunsero i Mongoli, che invasero le steppe euro-asiatiche russe e ucraine e devastarono Kiev…

In seguito, essi riunirono i principati in uno stato unitario, conosciuto come “Khanato dell’Orda d’Oro”, sul quale governarono indirettamente, rendendo vassalli i principi russi, dai quali riscuotevano un tributo. La dominazione Mongola così organizzata continuò fino al 1480; in questo periodo sorse una nuova entità, la città di Mosca, che divenne il principale punto di riferimento, e dalla quale si sviluppò in seguito il Granducato di Mosca: la “Moscovia”, sotto l’influenza mongola, sviluppò una rete di strade postali, il censimento, il sistema fiscale e l’organizzazione militare.

Tuttavia, anche la “Rus’ di Kiev” aveva lasciato un considerevole eredità alla Russia moderna: l’ampio territorio abitato dagli Slavi Orientali era stato unificato in uno Stato importante, sebbene instabile, e, mediante il Cristianesimo Ortodosso, si sviluppò una sintesi tra la cultura bizantina e quella slava, che influenzò anche l’arte e le strutture statali. Nella periferia nord-orientale di questo territorio, tali tradizioni vennero adattate nella formazione dello stato autocratico russo.

Successivamente all’epoca Medievale, nella cosiddetta “Età Moderna”, l’Ucraina fu poi contesa, ripartita e governata tra diverse potenze: la Confederazione Polacco-Lituana, l’Austria-Ungheria, l’Impero Ottomano e il Regno Russo… Tanto per capire quanto la situazione risultasse “ingarbugliata” -a dire poco. Data la sua posizione geografica, l’Ucraina assunse un ruolo importante tra l’Europa orientale e l’Impero Ottomano, il quale, in seguito a ripetute guerre con l’Impero Russo, formatosi sotto lo Zar Pietro il Grande, dovette cedere il Khanato di Crimea alla Russia.

Entro l’Impero Russo, l’èlite ucraina non ricevette mai le libertà che attendeva, tuttavia poté raggiungere i gradi più alti della gerarchia e della Chiesa Ortodossa Russa. Nell’ultimo periodo dell’Impero, però, il regime zarista attuò una politica di “russificazione” delle terre ucraine, mettendo al bando l’uso della lingua ucraina nella stampa e in pubblico. In questo stesso periodo l’Ucraina divenne il ”granaio d’Europa”, essendo ricca di fertili pianure coltivate, e Odessa, porto d’imbarco del grano, era la sua città più grande; inoltre Kiev e Kharkiv erano centri dell’industria tessile.

Nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, vi fu la Rivoluzione russa, che portò al rovesciamento dell’Impero Russo e ad un lungo periodo di guerra civile, segnato da continui cambi di fazioni al potere, che diedero origine all’esistenza di più entità statali separate: nello specifico, si scontrarono la “Repubblica Popolare Ucraina”, con capitale Kiev, e la “Repubblica Socialista Sovietica Ucraina”, con capitale Kharkiv.  Dal 1918 al 1928, fu adottata, da parte di quest’ultima, una politica di deportazione della popolazione ucraina, in particolare dei grandi proprietari terrieri, degli umanisti e di esponenti dell’“Armata Bianca”, cioè dell’esercito controrivoluzionario russo, formato in parte da sostenitori dello Zar; e che combatté, infatti, contro l’”Armata Rossa bolscevica*”.

*[Il Bolscevismo è una corrente del pensiero politico marxista, sviluppatasi all’inizio del 20°sec. all’interno del “Partito Operaio Socialdemocratico Russo”, che si concretizzò poi nel Partito Comunista dell’Unione Sovietica.]

I confini vennero così “ridistribuiti” dai Sovietici, e l’Ucraina entrò ufficialmente a far parte dell’URSS (“Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche”).

Tra il 1929 e il 1933, l’Unione Sovietica attuò poi la “collettivizzazione” forzata della terra, provocando l’”Holodomor”, cioè la morte per fame, dovuta alla carestia, di diversi milioni di Ucraini: essa venne infatti ricordata come “genocidio ucraino”. Inoltre vi fu un’ulteriore deportazione di Ucraini…

Durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1941 e il 1944, l’Ucraina venne quindi occupata dalle forze dell’Asse della Germania Nazista, all’interno della campagna di Russia, e oltre 30.000 Ucraini si arruolarono nelle “Waffen-SS” (“SS Combattenti”), contro i Russi-Bolscevichi, collaborando, purtroppo, anche all’Olocausto in Ucraina.

Terminata poi la Seconda Guerra Mondiale, nel 1954, l’URSS decise di annettere all’Ucraina la Crimea, sottraendola alla federazione Russa, per “celebrare i 300 anni di amicizia tra Ucraina e Russia”, sempre all’ interno dell’Unione Sovietica. Nel periodo sovietico ebbe inoltre un grande sviluppo industriale il bacino carbonifero del Donec, compreso tra Ucraina orientale e Russia sud-occidentale, e così l’equilibrio economico ucraino si spostò verso le sue aree più orientali e di lingua russa. Ancora oggi esso rappresenta la più grande risorsa di carbone in Europa.

Purtroppo, a colpire nuovamente e pesantemente il paese, il 26 Aprile del 1986 avvenne il “Disastro di Cernobyl”, un incidente nucleare dalle conseguenze devastanti, sia in termini economici che umani: ne risultarono, infatti, una grandissima quantità di vittime, menomati, malati e sfollati.

Vittoria Montemezzo

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.

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