Insegnare ai giovani ad amare – veramente

L’Amore: spesso lo si dà per scontato, si crede di conoscerlo già. Intuitivamente, si pensa di sapere di cosa si tratta ma, a pensarci bene, mi sembra che, in realtà, sia qualcosa che si debba ‘acquisire’ per poterlo poi ‘trasmettere’ o ‘insegnare’. Questo, ovviamente, a patto che chi intenda trasmetterlo lo abbia a sua volta realmente compreso e vissuto.

In questi tempi sembra esserci, invece, un grande “analfabetismo sentimentale”: l’Amore viene confuso e sostituito con il possesso, l’apparenza, il “successo sociale”. L’Amore, quello vero, non si può raggiungere in fretta e furia, al contrario, va “assorbito” lentamente, giorno per giorno, e praticarlo richiede fatica, volontà, dedizione… Se ci guardiamo intorno con sincera attenzione, possiamo notare quanto sia diventato essenziale imparare a amare.

Quando così spesso assistiamo ad orribili fatti come stupri e violenze, anche da parte di giovanissimi: cosa può portare a tutto questo, se non una fondamentale carenza di “apprendimento dei sentimenti”?

Magari si pensa che, per amare i propri figli, sia giusto dar loro “tutto”, riempirli di cose materiali, concedere loro tutto ciò che chiedono; ma poi, andando una sera in pizzeria, si possono vedere famiglie dove ciascun componente è totalmente assorbito dal mondo che compare sul suo cellulare per quasi tutta la durata della cena, salvo brevi pause per inghiottire il cibo… quando, invece, potrebbero essere occasioni da non perdere per stare insieme “veramente”, e “scaldarsi il cuore”, raccontandosi com’è andata la giornata, confrontandosi, scambiandosi opinioni, dicendosi magari anche ciò che non va…

E’ come se ognuno si chiudesse in sé stesso, e i ragazzi, in particolare, sono sempre più soli, benché possano avere una fittissima -ma fittizia, appunto- vita sui “social” (al posto di una vera vita sociale): spesso, infatti, la tecnologia non viene utilizzata in modo proficuo, ma solo come mezzo per illudersi di far parte di qualcosa… il che è una necessità legittima dell’essere umano, che però può essere raggiunta soltanto attraverso un contatto umano autentico…

Certo, instaurare relazioni vere con gli altri non è una cosa semplice, richiede un certo sforzo, un “dialogo”, un venirsi incontro l’un l’altro, e a volte anche di “scendere a compromessi” … Bisogna inoltre imparare anche a discutere “civilmente”, a controllare la propria rabbia, ad incanalarla in qualcosa di costruttivo e non offensivo, nonché ad esercitare la pazienza e la tolleranza…

Se questi valori non vengono assimilati fin dalla più tenera età, se fin da piccoli si è vissuti in una situazione di grave “trascuratezza emotiva”, può subentrare un vuoto incolmabile, che, specie se accompagnato da “esempi” negativi da parte di adulti violenti e/o abusanti, può anche sfociare in comportamenti del tutto inaccettabili e disumani. Per essere adulti veramente responsabili, dovremmo prima di tutto “guardarci dentro”, per capire se c’è qualcosa che è andato “storto”, e cercare di porvi rimedio, per poi trasmettere ai nostri figli, fin da bambini, una qualità fondamentale nella vita umana: l’empatia. Essa consiste, in sostanza, nella capacità di “mettersi nei panni degli altri”, e cioè il riuscire a riconoscere le emozioni e i sentimenti altrui nelle varie situazioni e condizioni, soltanto comprendendo

 che gli altri sono “come noi”, infatti, si può e si deve raggiungere il rispetto reciproco, altrettanto fondamentale nelle relazioni umane: nessuna persona può essere trattata come un oggetto.

Nello specifico, guardando agli ultimi, terribili episodi di cronaca, è a dir poco urgente che i ragazzi maschi riconoscano le ragazze come persone, esattamente come loro, degne di rispetto e di cura; e, similmente, queste ultime devono essere abituate dagli adulti ad avere rispetto anche per sé stesse, ed aiutate a riconoscere il loro valore al di là dell’apparenza fisica.

Empatia e Rispetto, dunque, dovrebbero diventare due aspetti fondamentali nell’educazione dei giovani, e possono essere trasmessi loro soltanto dall’azione congiunta della famiglia e della scuola: nessuna di queste due, infatti, potrebbe riuscire in questo difficile compito da sola, senza la collaborazione e il supporto convinti e costanti dell’altra. Solo una volta raggiunti questi due obiettivi, si può aprire la strada per un amore autentico e profondo.

Vittoria Montemezzo

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.

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