Buongiorno, viaggiatori!

Ultimo giorno in Sicilia con visita alla splendide città di Modica e Ragusa!

Città di origini neolitiche, Modica è il capoluogo storico del territorio oggi pressoché corrispondente al Libero consorzio comunale di Ragusa. Fino al XIX secolo è stata capitale di una Contea che ha esercitato una vasta influenza politica, economica e culturale, tanto da essere stata annoverata tra i feudi più potenti del mezzogiorno. Come retaggio di una perduta centralità politica, è rimasta la quarta città più importante della Sicilia (dopo Palermo, Catania e Messina) fino alla prima metà del XX secolo e ancora oggi rappresenta un fondamentale punto di riferimento per il territorio sud-orientale dell’isola.

Modica vanta un ricco repertorio di specialità gastronomiche, risultato della contaminazione delle diverse culture che l’hanno dominata. Oggi è nota soprattutto per la produzione del tipico cioccolato di derivazione azteca.

La spettacolare facciata del Duomo di San Giorgio in Modica, con la sottostante scenografica scalinata. Viene spesso indicato e segnalato come monumento simbolo del Barocco siciliano tipico di questo estremo lembo d’Italia. È stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Veduta panoramica di Modica, con al centro il Duomo di San Pietro. Un documento del vescovo di Siracusa ne attesta l’esistenza in sito nel 1396, ma la data della sua prima edificazione è da collocarsi dal 1301 al 1350 circa, come attestato dallo storico secentesco Placido Carrafa. Eretta in collegiata con bolla di Clemente VIII del 2 gennaio 1597, due secoli dopo per Decreto Regio di Carlo III di Borbone (1797), ed in seguito a secolare disputa, è stata dichiarata Chiesa Madre al pari di San Giorgio, la chiesa “ufficiale” dei Conti. Fa parte anch’essa della lista dei Monumenti Bene dell’Umanità dell’UNESCO.

Dopo aver visitato Modica, ci siamo spostati a Ragusa!

Ragusa è chiamata la “città dei ponti”, per la presenza di tre strutture molto pittoresche e di valore storico, ma è stata definita anche da letterati, artisti ed economisti come “l’isola nell’isola” o “l’altra Sicilia”, grazie alla sua storia e ad un contesto socio-economico molto diverso dal resto dell’isola. Nel 1693 un devastante terremoto causò la distruzione quasi totale dell’intera città, mietendo più di cinquemila vittime. La ricostruzione, avvenuta nel XVIII secolo, la divise in due grandi quartieri: da una parte Ragusa superiore, situata sull’altopiano, dall’altra Ragusa Ibla, sorta dalle rovine dell’antica città e ricostruita secondo l’antico impianto medioevale.

I capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati nel 2002 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Ragusa è uno dei luoghi più importanti per la presenza di testimonianze d’arte barocca, come le sue chiese ed i suoi palazzi settecenteschi.

La chiesa di San Giuseppe è situata a Ragusa Ibla, uno dei due quartieri storici della città, in piazza Pola (l’antica Piazza Maggiore) e sorge sui resti della chiesa di San Tommaso andata completamente distrutta nel terremoto del 1693. L’opera, attribuita a Rosario Gagliardi, rappresenta insieme alla chiesa di San Giorgio, uno dei gioielli del barocco siciliano.

La chiesa di San Vincenzo Ferreri è situata in piazza G.B. Hodierna, all’ingresso dei Giardini Iblei. La chiesa è sconsacrata e, da dicembre del 2010, è adibita ad auditorium pubblico. Costruita agli inizi del XVI secolo, non fu particolarmente danneggiata dal terremoto, però probabilmente subì qualche modifica. Ha un prospetto lineare molto semplice che presenta due colonne con capitelli corinzi e un timpano, spezzato da un finestrone. Particolare è il campanile impreziosito da fasci di pietre policrome. L’interno è affrescato con pitture murali che rappresentano la Ragusa medioevale, all’esterno è presente un’antica meridiana risalente ai primi del XVI secolo.

Il Duomo di San Giorgio è una delle massime espressioni a livello mondiale dell’architettura sacra barocca, la chiesa antica sorgeva all’estremità est dell’abitato, dove si trova ancora l’antico portale. Fu riedificata al posto della chiesa di San Nicola, che fino al XVI secolo era stata di rito greco. È il principale luogo di culto cattolico di Ragusa, uno dei monumenti più importanti della città.

Pronti per una nuova avventura, con una giornata di escursione sull’Etna!

Il vulcano ci ha regalato dei paesaggi quasi marziani, con le sue distese e montagnole di detriti vulcanici, con una gamma di colori che andava dal nero al rossiccio bruciato.

Il Monte Etna è il vulcano attivo terrestre più alto della Placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni nel corso della storia hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante, come testimoniato dagli antichi dipinti che lo ritraggono con un aspetto differente. Dal 2013 è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

E dopo la scarpinata sul vulcano, abbiamo deciso di concederci un ottimo pranzo a base di pesce e vino rosso nella cittadina di Avola!

Il famoso vino rosso di produzione locale: il Nero D’Avola

…accompagnato da una deliziosa pastasciutta.

Buongiorno, viaggiatori!
Prosegue il nostro reportage fotografico dal nostro viaggio nelle terre siciliane!
E dopo ever visto Catania, ci siamo recati verso Nord per visitare le caratteristiche Aci Trezza ed Aci Castello!

Si narra che Aci Castello e le altre Aci traggano la propria origine da Xiphonia, misteriosa città greca scomparsa, probabilmente oggi in comune di Aci Catena. I poeti Virgilio e Ovidio fecero nascere il mito della fondazione dalla storia d’amore tra una ninfa chiamata Galatea ed un pastorello chiamato Aci, ma anche dal ciclope Polifemo (a sua volta innamorato della bellissima Galatea). In epoca romana esisteva una città chiamata Akis, che partecipò alle guerre puniche. Durante il periodo medioevale la zona prese in nome di Jachium, mente sotto la dominazione araba divenne Al-Yag.

Sul lungomare di Aci Trezza

Il Castello di Aci. L’origine di questa fortificazione arroccata sul mare è ancora incerta. Fu il fulcro dello sviluppo del territorio delle varie cittadine nella zona di Aci nel medioevo. Durante i Vespri siciliani, fu assoggettato alla signoria di Ruggero di Lauria, quindi in epoca aragonese fu di Giovanni di Sicilia ed infine degli Alagona venendo più volte assediato. Attualmente è sede di un museo civico.

I Faraglioni dei Ciclopi di Aci Trezza: si tratta di otto pittoreschi scogli basaltici che, secondo la leggenda, furono lanciati da Polifemo ad Ulisse durante la sua fuga.

Uno degli otto Faraglioni dei Ciclopi e, affianco, l’isola Lachea, identificata con l’omerica isola delle Capre, dimora di Polifemo e che attualmente ospita la sede di una stazione di studi di biologia dell’Università degli Studi di Catania. Tutta l’area è riserva marina dal 2004.

E dopo aver scattato qualche altra foto ai faraglioni è ora di tornare in albergo… perché domani si va sull’Etna!

Buongiorno, viaggiatori!
Mentre i nostri colleghi si trovano nel lontano paese del Sol Levante, noi abbiamo deciso di andare in un posto un po’ più vicino, ma altrettanto stupendo: la meravigliosa isola a tre punte, detta Trinacria, ovvero la grande Sicilia!

Il vento freddo che ha imperversato al Centro-Nord in questi giorni ci ha fortunatamente risparmiati e ci siamo potuti godere il dolce sole primaverile!

Ecco, dunque qualche foto che abbiamo scattato durante la nostra visita alla città di Catania!

Ed eccoci qua, pronti ad esplorare Catania!

Questo è il Teatro Massimo Vincenzo Bellini, il centro della rappresentazione dell’opera di Catania. Progettato dall’architetto Andrea Scala con l’assistenza dell’architetto milanese Carlo Sada, venne inaugurato il 31 maggio 1890 con l’opera Norma del compositore catanese Vincenzo Bellini.

Una delle carrozze utilizzate per la tradizionale festa di sant’Agata, la più importante festa religiosa della città di Catania. Si celebra in onore della santa patrona della città e si svolge tutti gli anni dal 3 al 5 febbraio, il 12 febbraio e il 17 agosto. La ricorrenza di febbraio è legata al martirio della Santa catanese, mentre la data di agosto ricorda il ritorno a Catania delle sue spoglie, dopo che queste erano state trafugate e portate a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace quale bottino di guerra e dove rimasero per 86 anni.

Non manca il verde, nemmeno nel centro storico! Ecco gli alberi davanti a Villa Bellini!

Il palazzo dell’Università degli Studi di Catania, fondata nel 1434 e tra le maggiori in Italia per numero d’iscritti. È la più antica università della Sicilia, la tredicesima in Italia e la ventinovesima al mondo.

La sera in albergo siamo certamente stanchi per la giornata intensa, ma abbiamo dei comodi letti di una spaziosa camera d’albergo ad attenderci! Domani si va a vedere Aci Castello!

Buongiorno, viaggiatori!
Ci troviamo attualmente in viaggio nello splendido Paese del Sol Levante: il Giappone!

Un paio di giorni fa ci siamo recati a Nara (奈良市), che è stata l’antica capitale del Giappone dal 710 al 794. Ovviamente una visita al famosissimo tempio  Tōdai-ji (東大寺), patrimonio dell’UNESCO, non poteva certo mancare! 

Abbiamo anche potuto incontrare delle persone che indossavano i tradizionali kimono, sia maschili che femminili:

Qui invece siamo davanti all’imponente porta del tempio Tōdai-ji!

Il tempio contiene più grande costruzione in legno del mondo, la Sala del Grande Buddha (大仏殿), con un frontale alto 57 metri e profondo 50. All’interno della sala si trovano il Daibutsu (大仏), ossia “Grande Buddha”, una colossale statua in bronzo del Buddha alta 14 metri, e la “Lanterna Ottagonale“, alta quasi 5 metri. L’edificio, con una larghezza di otto arcate di pilastri (ossia appunto 57 metri), è un terzo più piccolo del tempio originale che ne comprendeva dodici.

Nel cortile del tempio, i cervi pascolano liberamente perché considerati messaggeri divini nella religione Shinto. Sono abituati a stare a contatto con i visitatori, quindi se si ha fortuna, i meno timidi si fanno anche nutrire ed accarezzare!

E per finire, quale posto migliore per godersi la serata, se non l’Hard Rock Cafè?