La traduzione della parola “token” dall’inglese è “gettone”. Indica un premio, un rinforzo.

La token economy infatti si basa su un meccanismo che premia l’acquisizione di comportamenti giusti e risposte corrette.

Può essere impiegata con bambini e ragazzi autistici per premiare la risposta esatta a un esercizio o il completamento di un compito.

Prima dell’esecuzione dell’esercizio, l’educatore deve definire esattamente il comportamento target da raggiungere. Il premio può essere deciso insieme e può avere diverse forme: punti, gettoni, piccoli oggetti, dolci, o quello che si desidera.

È importante accompagnare il premio materiale con la lode verbale: “bravo, sei stato molto preciso”!

l processo è graduale. Inizialmente si darà il premio non appena ricevuta la risposta esatta. Dopo si potranno prolungare i tempi e premiare al termine di una serie di risposte esatte.

Utilizziamo la token economy nei nostri centri educativi e durante i percorsi educativi a domicilio.

Per richiedere informazioni puoi scriverci su Facebook, su Instagram oppure tramite mail all’indirizzo: info@ilbalzo.com.

Per informazioni sui percorsi educativi dedicati ai bambini scrivi a ilbalzabimbi@ilbalzo.com.

Articolo a cura de Il BALZO

Restiamo informati vuole essere una piccola rubrica informativa che ha come scopo quello di riportare notizie inerenti al mondo della disabilità a 360°, l’obiettivo principale è quello di rimanere al passo con i tempi e di tenersi aggiornati su tematiche attuali e non, che riguardano il mondo della disabilità.

Buona lettura

Legge 104 cambiamenti in vista

Per chi non lo sapesse la legge 104 (104/92) è quella legge che va ad agevolare le persone con disabilità particolarmente importanti e che serve a dare diverse agevolazioni al soggetto, che possono essere sanitarie mediche economiche e fiscali lavorative si tratta quindi della legge e normativa che regola i diritti delle persone che soffrono di handicap.

L’ultimo aggiornamento della Cassazione varato con l’ordinanza 20243/2020 afferma che è illegittimo il licenziamento del lavoratore disabile che non usa i permessi per visite mediche, in pratica affermano che non si può licenziare il lavoratore disabile per abuso dei permessi se il dipendente li sfrutta per motivi diversi da quelli inerenti alle cure mediche. Questo va a creare dei nuovi parametri che impediscono il licenziamento per determinate cause ma dispongono invece la reintegrazione del lavoratore disabile all’interno dell’attività. Infatti La Suprema Corte ha affermato questo:

I per i permessi ex art 33, comma 6, della legge numero 104 del 1992 sono riconosciuti al lavoratore portatore di handicap in ragione della necessità di una più agevole integrazione familiare e sociale senza che la fruizione del beneficio debba essere necessariamente diretto alle esigenze di cura.”

Che cosa si può aggiungere a quanto era già presente in precedenza facciamo una piccola lista riepilogativa per fare ordine:

  • Permessi giornalieri o mensili
  • Se possibile scegliere la sede di lavoro più vicina
  • Possibilità di non essere trasferito in altra sede di lavoro
  • Per un equilibrio psicofisico i permessi possono essere solo legati a visite mediche o altri interventi di cura, quindi i permessi sono riconosciuti al lavoratore portatore di handicap anche per una più agevole integrazione familiare e sociale.

Lo staff Concrete

Solo trent’anni fa era impossibile pensare di avere moltissime informazioni disponibili sempre, a qualsiasi ora del giorno e della notte, in qualsiasi luogo ci troviamo e proprio quando vogliamo. Si può accedere ad una biblioteca negli Stati Uniti mentre stiamo facendo un safari in Africa, o possiamo guardare un documentario sulla vita di Freud subito dopo aver incontrato lo psicanalista.

MA ATTENZIONE: quante bugie, quante notizie false o fuorvianti, quanta disinformazione. La possibilità di conoscere è frustrata da una marea di informazioni, spesso contradditorie e in antitesi, tra le quali è difficile scegliere.

E’quindi sempre più importante capire e verificare quali sono le fonti e la loro credibilità.

Se un tempo a una notizia che ci stupiva si diceva: “… l’ha detto la televisione…”,ci pensava Enzo Jannacci a ridimensionare la portata dell’affermazione con il suo: “…..La televisiun la g’ha na forsa de leun, la televisiun la g’ha paura de nisun, la televisiun la t’endormenta cume un cuiun ….”, oggi ci vorrebbe qualcuno/qualcosa che verifichi la credibilità dei media e soprattutto dei social insegnando alle persone ad avere un atteggiamento critico verso quello che sentono e vedono.

E’ incredibile vedere come la scienza vada avanti nella conoscenza in maniera profonda, sistematica, scardinando false verità del passato e mostrando come la conoscenza è sempre in movimento e non si ferma mai, dall’altra parte basta il primo “hater” a diffondere informazioni e immagini ( ebbene si, oggi con il digitale  il falso è sempre più immagini e video), che una pletora di “boccaloni” lo segue distruggendo anche pesantemente la reputazione e la vita di molte persone.

In realtà non ci vuole nessun altro a trovare soluzioni, la risposta è dentro in ognuno di noi, a non accontentarci della prima risposta che troviamo alle nostre domande senza verificarla.

La democrazia e il pluralismo nell’informazione e nella conoscenza è una condizione di estrema libertà che molti trovano faticoso gestire e preferiscono semplificare accentando la prima risposta o il primo “ uomo forte” che ti sembra risolva le tue insicurezze.

Articolo a cura di Claudio Fontana