L’estate è ormai inoltrata, tra un po’ sarà quasi finita. Molti stanno partendo per le vacanze, alcuni ci sono già stati, altri ci andranno tra poco… altri ancora non ci andranno proprio.

Infatti è proprio in questi giorni di relax e di “felicità collettiva”, un po’ come durante le feste di Natale, che si aggirano nelle città persone che spesso non vediamo o perchè non si mostrano, o perchè si notano soltanto adesso, proprio perchè le città sono deserte.

Sono persone che si aggirano spaurite, spaesate in quelle stesse località dove abitano da molto tempo, ma che non conoscono più, perchè non escono più.

In questi giorni d’estate sono spinte ad uscire, perchè il vicino o il parente che si occupa di loro è in vacanza, oppure perchè i servizi del comune hanno gli operatori in ferie. Oppure sono persone che non hanno più il coraggio di mostrarsi in pubblico e che lo trovano soltanto adesso, proprio perchè non c’è in giro nessuno.

Soltanto adesso, quelli di noi che rimangono in città, si accorgono di loro, della loro esistenza, del loro disagio e della loro sofferenza. Non rimaniamo, se possiamo, indifferenti nei loro confronti, cerchiamo un contatto, offriamo solidarietà e conforto. Pensiamo che in in ognuno di loro c’è potenzialmente anche un po’ di noi.

– articolo a cura di Claudio Fontana

Ci sono momenti della vita in cui “IL MONDO SEMBRA CASCARTI ADDOSSO” in cui niente va bene e quando pensi che sei giunto al massimo di quello che puoi sopportare, arriva qualcos’altro di peggiore.

Questo capita ancor di più con eventi che riguardano la salute, un tumore, un trauma, un incidente. Quando pensi di non farcela, di non poterti piu rialzare invece, spesso, ce la facciamo, troviamo la forza, le motivazioni, lo spirito per andare avanti e fare tesoro di tutto quello che ci è capitato.

Ma dove trova la forza l’essere umano per reagire in maniera così vigorosa? Forse nelle vitamine o negli integratori che compra in farmacia, o nella fiducia incondizionata nella scienza e nella tecnologia?

Si forse, anche, ma c’è qualche cosa che è all’origine di tutto, della scienza, della tecnologia, dell’essere umano stesso. Alcuni la chiamano ” la forza della natura”, molti come me, Padre, Creatore… Dio.

Questo non è un messaggio religioso che nulla avrebbe a che fare con una newsletter che si occupa di disabilità, ma uno spunto di riflessione per cercare, soprattutto quando siamo in difficolta, le soluzioni e gli incontri giusti, quelli importanti, che cambiano la vita…

– Claudio Fontana, socio fondaotore

Ogni quattro anni, nel mese di giugno, si da l’inizio ad uno degli eventi più attesi, seguiti ed amati di sempre: i Mondiali di calcio. Non c’è persona di età, sesso, entnia, religione, stato sociale che non abbia la tentazione di mettersi davanti allo schermo e guardare il mondo sfidarsi a suon di goal.

Ahimè, quest’anno gli italiani dovranno puntare su altre squadre a causa della mancata qualifica, ma non per molto, non tutti gli azzurri sono rimasti a casa: ad ottobre, l’Italia potrà ancora sperare di festeggiare come fece nel 2006, grazie al quinto posto ottenuto dalla nazionale di calcio degli amputati del CSI nel Campionato Europeo promosso dalla EAFF (European Amputee Football Federation) tenutosi in Turchia nell’autunno passato, che gli ha permesso di prendersi un posto ai mondiali 2018.
Dal 30 novembre al 7 dicembre 2018 il popolo italico potrà tornare a cantare l’inno di Mameli tifando gLli azzuri ai Mondiali di Calcio per Amputati, organizzati in Messico (a Culiacan) dalla WAFF (World Amputee Football Federation).

Per non farci trovare impreparati ecco alcune nozioni tecniche sulla squadra e le regole:
Le partite di calcio prevedono 7 professionisti in campo che giocheranno in due tempi di 25’ ciascuno; in totale parteciperanno 23 squadre; l’Italia è inserita nel Gruppo B con Messico, Polonia e Georgia.
Sono 12 i convocati azzurri per il Messico dal ct Renzo Vergnani: Daniel Priami, Riccardo Tondi, Luca Zavatti, Arturo Mariani, Gianni Sasso, Emanuele Padoan, Francesco Messori, Salvatore La Manna, Emanuele Leone, Stefano Starvaggi, Paolo Capasso, Salvatore Iudica. Oltre a loro volerà in Messico anche un arbitro del CSI, Marco Moreni.

Oltre che a voler tener alta l’astra del tricolore nel mondo calcistico internazionale, ognuno di loro ha trovato in questa iniziativa la possibilità di riscattarsi, raccontare la propria storia e mostrare al mondo che c’è tanto che non conosciamo ancora, ad esempio Daniel Priami, uno dei portieri più forti d’Europa, che il giorno prima di esordire in Serie D a 17 anni si ruppe radio e ulna: a causa di un’infezione i medici furono costretti ad amputargli il braccio, oltre al sogno di diventare un calciatore professionista; il calcio gli tolse tanto ma riuscì anche a ridargli la speranza, la passione e l’amore per la vita e di poter vedere il suo sogno di entrare nella nazionale esaudirsi.

La speranza di cantare “Popopopopopopo” non è stata rimandata ai prossimi mondiali tra quattro anni, ma solo a qualche mese di distanza, quindi a novembre, sosteniamo i nostri campioni azzurri E soprattutto apriamo i nostri orizzonti alla scoperta di un nuovo modo di giocare.

STAMPELLE AZZURRE, FATECI SOGNARE!

– articolo a cura di Lavinia Fontana

Domenica 17 Giugno siamo stati ospiti di AVAS (Associazione Velica Alto Sebino) a Lovere per una giornata di barca a vela accessibile. Con noi era presente anche Eleonora di Volley a Quattro Ruote. È stata una splendida avventura e questo è il racconto della nostra esperienza.

Arrivare a Lovere purtroppo non è stato molto agevole, poiché proprio quella domenica mattina si teneva una gara di corsa ad Endine, lungo la strada, portandoci a fare un’avventurosa deviazione lungo il fianco della montagna.
Appena giunte a destinazione, siamo subito state accolte da Stefano, nostro contatto, membro dell’organizzazione e vicepresidente della Polisportiva Disabili Valcamonica (anche loro partecipanti all’evento), che ci ha mostrato lo stallo riservato ai disabili dove poter parcheggiare comodamente l’auto e poi ci ha accompagnato all’accoglienza. Dopo essere state registrate, ci è stato consegnato un giubbotto salvagente a testa e poi ci siamo recate sul molo per la lezione teorica, necessaria a salire preparate a bordo delle imbarcazioni nel pomeriggio.

Durante la formazione mattutina ci sono stati insegnati i termini tecnici di base che occorre sapere quando si è a bordo di una barca a vela, compresi i nomi delle varie parti della barca, inoltre ci è stato spiegato anche come ci si comporta a bordo e le regole base della navigazione per sapere come comportarsi quando si incrociano altre imbarcazioni sulla propria rotta. Poi è stata fatta provare a tutti una prima breve esperienza a bordo di una superficie in movimento come può essere la coperta di una barca. Sia le persone in grado di stare in piedi che quelle in carrozzina hanno potuto provare a salire sulla barca, guidati attentamente dai volontari dell’AVAS.
Al termine della lezione teorica, ci siamo riuniti nell’hangar dell’associazione per pranzare tutti insieme con un pasto leggero ma ottimo, sempre offerto da AVAS. Nonostante fossimo davvero in moltissimi tra disabili ed accompagnatori, l’organizzazione di tutti i momenti della giornata è stata ottima. Abbiamo anche avuto la fortuna di trovare una giornata perfetta per navigare: soleggiata e con una leggera brezza al mattino, che nel pomeriggio si è sollevata in un vento un po’ più consistente grazie alle correnti fredde che scendevano dai temporali estivi sul fianco delle vicine montagne.

Essendo in molti, per l’effettiva uscita in barca a vela siamo stati divisi in due turni, in modo che tutti avessero la possibilità di provare a fare un giro sul lago. Noi siamo state assegnate al secondo turno e siamo salite a bordo di una barca a vela modello Surprise. Il nostro capitano, Giorgio, è un veterano della barca a vela (ed è ancora campione europeo, su diversi modelli di barca), passione mai abbandonata, nemmeno dopo un incidente che lo ha portato ad avere la gamba destra sostituita da una protesi: si muove con sicurezza e naturalezza a bordo dell’imbarcazione, si vede che è proprio nel suo elemento.

Giorgio ci spiega e ci insegna moltissime cose ponendoci continue domande e spronandoci a trovare da sole le risposte: è così che impariamo a governare il timone e a regolare la randa, ad orientarci sulla superficie del lago, a riconoscere i diversi tipi di nuvole (e che tipo di perturbazioni esse portino con sé) e a prevedere l’arrivo di una raffica di vento osservando le increspature sulla superficie del lago. A bordo della barca a vela tutti fanno parte dell’equipaggio ed ogni persona ha un ruolo importante. Dopo una decina di minuti di navigazione “guidata”, ci lascia condurre la barca in autonomia, dandoci solo qualche indicazione ogni tanto.
Arriva il momento di rientrare, ma Giorgio vuole fare le cose in grande stile, allora si fa lasciare timone e la scotta e, governando la barca in completa autonomia, ci mostra come andare a “dare fastidio” ad altre imbarcazioni: punta deciso come uno squalo la barca governata da Stefano e comincia a girarci intorno più volte, accelerando e rallentando, sfruttando le raffiche di vento e costringendo il compagno di squadra a fermarsi. Nel frattempo ci spiega come quando si naviga ed entra in gioco questo tipo di competizione giocosa ci si diverta molto, ed allo stesso tempo si migliori sempre più nel condurre la barca nella maniera migliore possibile, cosa molto utile specialmente in regata.
Dopo essere rientrati in porto ed aver attraccato, ci siamo riuniti ancora una volta nell’hangar per fare merenda tutti insieme con una fettona di anguria e qualche pezzetto di torta. Poi è arrivato il momento della foto di gruppo e dei saluti.

È stata una giornata tanto splendida quanto stancante, ma ne è valsa tutta la pena. Lungo la strada del ritorno (fortunatamente normale, essendo terminata la gara podistica) siamo spossate, ma molto felici. Grazie ancora all’AVAS per la meravigliosa avventura che ci ha permesso di vivere! È un’esperienza che consigliamo a tutti voi di provare e che non vediamo l’ora di ripetere!

Siamo felicissimi di potervelo annunciare in via ufficiale:

Il 17 giugno parteciperemo ad una giornata di vela accessibile organizzata dal’ AVAS – Associazione Velica Alto Sebino!
Siamo elettrizzati all’idea e non vediamo l’ora di salire a bordo di #AVASunlimited!
Se vi abbiamo incuriosito e volete sapere di cosa stiamo parlando, avevamo scritto su di loro in questo articolo.

Ecco la locandina dell’evento del 17 giugno: