Molti pensano che il problema del Corona Virus sia una questione prettamente sanitaria. Certamente l’aspetto salute è fondamentale e tutte le misure messe in campo sono volte a prevenire o a contenere il contagio, ma l’impatto che sta avendo sulla nostra società dal punto di vista organizzativo ed economico lascerà ferite che non sempre si riuscirà a cicatrizzare.

Si parla in molti casi di “smart working” ed è sicuramente un’ottima alternativa per continuare a lavorare da casa senza interrompere la produzione, evitando di mettere a rischio la propria salute e quella degli altrI ….. il problema è che molti non possono essere “smart” nel loro lavoro.

Pensate solo nel nostro settore, come facciamo a sostituire una badante, un asa o un oss nel suo quotidiano assistere una persona disabile, malata o anziana? Oppure se si ha bisogno di spostarsi non abbiamo ancora i veicoli senza autista che permettono di fare questo servizio senza l’intervento umano. Questi sono i problemi dalla parte di chi ha bisogno ed usufruisce dei servizi che rendono poco “smart” la situazione.

C’è poi la parte poco “smart” di chi i servizi li produce e che non potendo più offrirli o perché impedito dalle regole o perché la domanda è crollata – vedi tutto il comparto viaggi e turismo – non produce, non incassa e vede a rischio il suo futuro lavorativo e d’impresa. Si parla di provvedimenti di sostegno, di sgravio, di contributi ma quanto rapidi saranno? Quali categorie ne beneficeranno e quanti invece ne rimarranno fuori?

Una situazione difficile ora, ma che diventerà sempre più difficile prossimamente anche quando il Virus avrà ridotto il suo impatto diretto. Infatti resteranno molte delle conseguenze economiche e organizzative che l’epidemia ha creato, le paure, i pregiudizi e “tornare alla normalità” sarà molto difficile e faticoso. Quanto tempo pensate ci metteremo a riguadagnare la fiducia del mondo e a riportare in Italia tutti i turisti che hanno cancellato le loro prenotazioni in questi giorni?

Articolo a cura di Claudio Fontana – Concrete Onlus

Spesso il tema della disabilità ancora oggi viene trattato in maniera superficiale o senza dare il giusto peso ad una macchina che funziona più a parole che a fatti, senza dare la giusta attenzione sul modo di vivere di tanti nostri concittadini. L’argomento del trasporto dei disabili è un tema delicato che va trattato nella giusta maniera. Partiamo dal principio che ognuno deve avere la possibilità di viaggiare, di potersi spostare in piena comodità nella sua città, di poter prendere parte a qualsiasi attività legata alla propria vita personale e al tempo libero. Il nemico pubblico numero uno si chiama Barriere architettoniche, spesso una semplice imperfezione che vista ai nostri occhi può sembrare qualcosa di poco conto, può creare disagio e nel peggiore dei casi impossibilità di muoversi.

Questa limitazione arreca un danno notevole alla persona coinvolta, la prima letteralmente della propria autonomia, della ricerca di un senso di indipendenza di cui ne ha pieno diritto. La persona stessa, i propri famigliari, gli amici, sono tutti individui coinvolti nel disagio che una barriera insormontabile crea. Qui nasce la necessità collettiva di creare progetti che possano venire in supporto concreto, l’idea di un mondo sempre più accessibile non è qualcosa di lontano e remoto nel futuro, ma qualcosa di attuabile nel presente.

Oggi esistono piccole/medie realtà che hanno deciso di far diventare una loro bandiera l’operare nel settore del trasporto disabili, garantendo un servizio di qualità, sicurezza e possibilità economiche agevolate, questo pensiero iniziale tramutato in un lavoro concreto ha portato una boccata di aria fresca. Non è un gioco, ogni anno sono sempre più i casi di disservizio dovuti a poche manutenzioni effettuate a dispositivi che dovrebbero garantire un servizio pubblico di eccellenza e accessibile, tante strutture che fanno fatica o non sanno come adeguarsi in maniera ottimale e quindi agendo in maniera “fai da te” spesso di fanno solo danni.

“L’articolo 26 delle Legge 104/92 è intitolato “mobilità e trasporti collettivi”. Esso attribuisce alle Regioni la definizione delle modalità con le quali i Comuni dispongono gli interventi per consentire alle persone portatrici di handicap la possibilità di muoversi liberamente sul territorio, usufruendo, alle stesse condizioni degli altri cittadini, dei servizi di trasporto collettivo appositamente adattati o di servizi alternativi. In questo senso le Regioni sono tenute a redigere dei piani regionali di trasporto e dei piani di adeguamento delle infrastrutture urbane.”

Concrete Onlus è una di queste realtà, che ha deciso di farne una bandiera. Da anni specializzata in viaggi e turismo per persone disabili, da tempo effettua sul territorio di Milano trasporti per persone disabili in grado di garantire una mobilità accessibile, la nostra filosofia applicata ha reso fattibile un progetto che ad oggi da la possibilità a molte persone di rendere più leggero il carico degli spostamento, spesso impediti da zone toccate parzialmente dal trasporto pubblico, doversi adeguare ad orari precisi, distanze.

Perché oggi è importante parlare di disabilità e trasporti?

Più fatti, meno parole.

concreteonlus.org

ramodissopo.org

Amore di papà

uno spettacolo interattivo di danza

giovedì 19 marzo

dalle 20.30 alle 21.30

presso il Teatro Fellini in Viale Lombardia, 53

Il ricavato sarà devoluto a favore del nostro Balzetto!

Posti limitati.
I biglietti saranno disponibili dall’1 Marzo presso la scuola di danza ICA-DO in Via Volturno 10/A, Quinto de’ Stampi, 20089 Rozzano (MI)
Il costo del biglietto è di 5€.

Segui l’evento su Facebook cliccando qui!
Per informazioni: 0257505264 – info@ilbalzo.com
Scarica la locandina e appendila nel tuo negozio: Spettacolo amore di papà

La classe non si spacca

Progetto contro il bullismo per le scuole del sud milanese

Il Balzo Onlus – Kick and Punch – Istituto Calvino di Rozzano e Noverasco

Bullismo a scuola

A novembre 2019 nell’Istituto Calvino di Rozzano si è registrato un episodio di bullismo nei confronti di una studentessa con disabilità.

L’episodio in questione riguarda una classe prima dell’Istituto Calvino di Rozzano e Noverasco, dove si è verificato un atto di bullismo nei confronti di una ragazza con disabilità – che tra l’altro segue uno dei nostri percorsi educativi.

I suoi compagni di classe hanno pubblicato sui social (facebook, Instagram) dei video che ritraevano la ragazza, per questo possiamo aggiungere che si sia trattato anche di cyberbullismo, prendendosi beffa di lei.

I tre studenti responsabili, individuati dal corpo docente, sono stati sospesi: da un confronto tra i docenti e la nostra equipe educativa è nata l’ipotesi di far trascorrere il periodo di sospensione presso i nostri Centri Diurni per adulti con disabilità. E così è stato. I tre ragazzi, in sedi e orari diversi, hanno trascorso con noi i loro giorni di sospensione da scuola.

Questa esperienza si è rivelata utile ai fine della sensibilizzazione e rieducazione dei ragazzi.

Per questo abbiamo stretto una convenzione con la scuola superiore dell’Istituto Calvino di Rozzano e Noverasco per cui gli studenti sospesi dalle lezioni per sanzioni disciplinari soprattutto legate ad episodi di bullismo, trascorreranno con noi i loro giorni di sospensione.

La classe non si spacca

Il fenomeno del bullismo non è limitato alla coppia bullo-vittima ma coinvolge tutto il gruppo di riferimento, gruppo in cui possiamo individuare queste altre figure: aiutante del bullo, sostenitore del bullo, difensore della vittima, esterno (colui che sa ma preferisce non intervenire).

All’interno delle varie forme di disimpegno morale, vorremmo soffermarci su quei meccanismi che si concentrano sul ruolo della vittima, sulla disumanizzazione secondo la quale chi subisce viene privato della sua dignità, parificato a un essere inferiore che merita ciò che gli accade.

Vorremmo provare a ribaltare questa logica, mostrando al gruppo, e quindi anche ai cosiddetti bulli,  che ogni persona fragile ha i propri punti di forza e ha delle caratteristiche ben precise che possono essere apprezzate e possono diventare risorsa per il gruppo stesso.

Accanto ai progetti messi in atto per gli studenti sospesi, ci siamo interrogati anche sul supporto che l’intero gruppo classe ha dato durante l’episodio:

molti alunni hanno ricoperto il ruolo di “esterno” , descritto in letteratura come colui che non prende posizione alcuna, mettendo a sua volta in atto il meccanismo di disimpegno morale di cui si è parlato in premessa.

Si è pertanto pensato di coinvolgere la classe in questione, e altre indicate dal corpo docente, in una attività di sensibilizzazione e informazione che faccia capire loro quanto le persone con disabilità possano essere una risorsa inaspettata  perché detentori di saperi e talenti specifici, particolari e ingaggianti.

Per questo è nato il progetto La classe non si spacca, insieme all’Istituto Calvino di Rozzano e Noverasco e al campione del mondo di boxe Angelo Valente.

Ogni venerdì mattina cinque adulti che frequentano il nostro centro socio educativo seguono un corso di boxe alla palestra Kick And Punch a Pieve Emanuele.

Crediamo molto nel valore dello sport e nei benefici psicofisici legati al movimento:

infatti i nostri programmi educativi prevedono sempre discipline sportive come piscina, ippoterapia, palestra, yoga, baskin.

In particolare, abbiamo osservato che la boxe aumenta la fiducia in sé stessi, aiuta a combattere lo stress, allena i riflessi, rafforza i muscoli.

La proposta per le scuole

Alle scuole proponiamo due allenamenti di boxe per ogni classe, con Angelo Valente e i ragazzi del Balzo.

Gli studenti e i ragazzi con disabilità si alleneranno insieme il lunedì mattina, guidati dal maestro di boxe Angelo Valente.

L’obiettivo del progetto è contrastare fenomeni di bullismo nelle scuole del territorio sud milanese attraverso l’inclusione e la conoscenza profonda e con sguardo nuovo dell’altro ritenuto diverso.

Articolo a cura del Balzo

DIVIETO DI VOLARE

In quarant’anni di viaggi non mi era mai successa una cosa simile.

Il 27 dicembre partiamo con un gruppo composto da sei persone, due delle quali in carrozzina. Si va alle Azzorre, una destinazione mai fatta in passato che per la sua posizione in mezzo all’Atlantico ci attira molto.

Il gruppo si raduna a Malpensa felice e contento di decollare di li ad un paio d’ore, ma quando incomincia il check in l’amara sorpresa: uno sciopero del personale di terra in Portogallo impedisce di fornire l’assistenza alle persone disabili quindi:

TUTTI POSSONO PARTIRE MA I DISABILI NO!!!

In tutte le maniere cerchiamo di risolvere la situazione, di trovare la soluzione; partono mille e infinite telefonate in Italia, in Portogallo, agli scali, alla compagnia aerea, che è la TAP.

Passa il tempo, ci offriamo di fare noi le operazioni di assistenza come abbiamo fatto talvolta sostituendoci al personale addetto…..  niente da fare CI DICONO CHE NON POSSIAMO PARTIRE E CHE CI POSSONO RIPRENOTARE SENZA COSTI DI LI A TRE GIORNI ALLA FINE DELLO SCIOPERO.

Siamo disperati, il viaggio è andato in fumo; infatti che senso avrebbe partire di li a tre giorni per ritornare due giorni dopo?.

Gli alberghi sono pagati e non più cancellabili e anche i biglietti aerei se non li utilizziamo ora non sono più rimborsabili.

La TAP ci dice che non ci hanno avvertito perché non risultavano passeggeri disabili nel volo di andata ma solo in quello di ritorno.

Noi ci chiediamo ma come è possibile che uno parta sulle sue gambe e già si sappia che tornerà in carrozzina ( battuta per ridere ma c’è tanto da piangere!)

Alla fine dei conti il viaggio va a monte, il capodanno è rovinato e ancora oggi a distanza di un mese stiamo tribolando, in questo mondo che è fatto di siti web, di mail con scritto noreply@, di call center dislocati in mezzo mondo, per ottenere una risposta alla nostra richiesta di risarcimento che non riesce a trovare un interlocutore preciso.

MA NON E’ STATO SOLO UN DISSERVIZIO, UNA COINCIDENZA, UNA FATALITA’ E’ STATA ANCHE LA DIMOSTRAZIONE DI COME CI SIA ANCORA MANCANZA DI ATTENZIONE VERSO I DISABILI: NESSUNO DISCUTE GLI SCIOPERI MA QUANDO I SERVIZI DIVENTANO INDISPENSABILI BISOGNA GARANTIRLI. SE TUTTI POSSONO VIAGGIARE E I DISABILI E’ UNA VERA E PROPRIA DISCRIMINAZIONE

Divieto di volare, Articolo a cura di Claudio Fontana