UN CONSUMO RESPONSABILE

Spesso ci capita di sentire la parola Consumismo e attribuire a questa un significato prevalentemente negativo, in realtà il significato profondo del termine è sospeso tra fattori negativi e positivi.

“Consumismo: il consumismo consiste nell’aumento dei consumi, sostenuto in gran parte dalla pubblicità, con effetto espansivo sulla produzione e ulteriore bisogno indotto di nuovi consumi.”

Nella civiltà occidentale, zona del mondo ricca e produttiva, il consumismo è una prerogativa fortemente legata alla ricchezza di un paese, infatti un forte consumismo denota un forte benessere generale nella popolazione, il che comporta ad un benefit ulteriore nella vita dei singoli individui. Questo aspetto risulta positivo per l’economia del paese, la circolarità del lavoro ed il benessere degli individui.

Ma ci possono essere anche degli aspetti negativi, in quanto il consumo tocca tutte le aree della società, e tutte le categorie, questo in determinati periodi di instabilità può creare forti squilibri nei ceti sociali che sono fortemente abituati, ed in alcuni casi totalmente assuefatti al consumo poco responsabile, questo perchè il consumo rischia di indurre una morbosità di possedere “cose”.

L’acquisto ed il consumo di beni materiale è un aspetto essenziale nella nostra civiltà, per la sopravvivenza fisica e per il benessere psicologico, il pericolo si manifesta quando l’acquisto di beni si trasforma in soddisfazione esistenziale,, si tratta di una strada molto dannosa che ci rende dipendenti dalle cose, portandoci al punto che saranno le cose a possedere noi.

Viviamo nell’era dell’alto consumo, Dicembre è un mese di alto incremento, la domanda essenziale che dobbiamo porci sempre, ma soprattutto in questo mese dell’anno è: Serve?.

Ciò che serve è un occhio analitico per poter guardare all’utilità, senza dimenticare cosa può far felice la persona, quali sono i suoi desideri e anche valutare.

L’intenzione non è screditare un prodotto, evitare di fare acquisti o generare sensi di colpa, se siete appassionati di elettronica perché negare l’acquisto di un buon cellulare, aggiornare il comparto lavorativo con un laptop più prestante, investire nelle vacanze 2021, aggiornare il proprio guardaroba con un vestiario al passo con i tempi perché ci piace. E’ fondamentale un’analisi sull’utilità, capire cosa serve a noi o alle persone che ci stanno attorno, questa domanda ci rende più sensibili quando veniamo stimolati da falsi bisogni d’acquisto spesso indotti da campagne pubblicitarie mirate, dando spesso maggior valore all’apparenza del soggetto invece che al suo contenuto.

Consumiamo responsabilmente e chiediamoci sempre, Ci serve?

Lo staff di Concrete Onlus

Un mattoncino alla volta

Tanti mattoncini colorati, un’infinità di mattoncini colorati, stiamo parlando dei mattoncini più famosi al mondo, LEGO. Azienda Danese che ha iniziato il suo percorso produttivo e di trasformazione nel dopo guerra e trovando il suo pieno consolidamento verso la fine degli anni 50, diventando quel giocattolo iconico che ancora oggi appassiona milioni di persone. Lego nel tempo ha trovato spazio unendo le forze con molti franchising nel mondo legati a film, serie tv, libri e molto altro ancora.

Chiunque nella propria vita anche solo per sentito dire è entrato in contatto con uno di questi mattoncini iconici. Impossibile negarlo.

Ma oggi non vogliamo palare di LEGO per pubblicizzare il lancio di nuovi prodotti a ma riportare la notizia che un grande nome come Lego può legarsi anche alle più disparate cause sociali nel mondo, diventando un modo non convenzionale per lanciare un messaggio, sappiamo che Lego ha il potere di lasciare a bocca aperta come la più grande costruzione LEGO della storia: alta 4,69 metri, lunga 9,39 metri e larga 5,75 metri, la “Lego House”, ideata da James May e innalzata per lo show Toy Stories della BBC nel 2009, è composta da 3,3 milioni di mattoncini.

La scala che vogliamo riportate oggi è leggermente più piccola, ma l’interesse suscitato è comunque elevato.

Spostiamoci in Germania, nella bella cittadina di Wurzburg dove un’associazione per i diritti dei disabili (WuSL) ha deciso di creare un’iniziativa benefica molto particolare, che consiste nella raccolta tramite donazioni di mattoncini lego che verranno poi utilizzati per decorare le già presenti rampe che facilitano l’accesso nei luoghi pubblici della città o la costruzione stessa di rampe interamente realizzate con i mattoncini colorati, questa iniziativa a livello locale ha avuto un impatto molto positivo tanto che bar e locale del paese si sono resi disponibili per diventare punti di ritiro mattoncini.

Questa opportunità crea un duplice significato, non solo la sensibilizzazione verso categorie svantaggiate e l’adeguamento urbano, ma anche un approccio ecologico GREEN nel riutilizzare materiali già presenti per realizzare nuove strutture piuttosto che smaltirli.

Di seguito vi lasciamo il link diretto alla pagina dell’associazione che si occupa dell’iniziativa: https://wuesl.de/legorampen/

Lo staff Concrete

La traduzione della parola “token” dall’inglese è “gettone”. Indica un premio, un rinforzo.

La token economy infatti si basa su un meccanismo che premia l’acquisizione di comportamenti giusti e risposte corrette.

Può essere impiegata con bambini e ragazzi autistici per premiare la risposta esatta a un esercizio o il completamento di un compito.

Prima dell’esecuzione dell’esercizio, l’educatore deve definire esattamente il comportamento target da raggiungere. Il premio può essere deciso insieme e può avere diverse forme: punti, gettoni, piccoli oggetti, dolci, o quello che si desidera.

È importante accompagnare il premio materiale con la lode verbale: “bravo, sei stato molto preciso”!

l processo è graduale. Inizialmente si darà il premio non appena ricevuta la risposta esatta. Dopo si potranno prolungare i tempi e premiare al termine di una serie di risposte esatte.

Utilizziamo la token economy nei nostri centri educativi e durante i percorsi educativi a domicilio.

Per richiedere informazioni puoi scriverci su Facebook, su Instagram oppure tramite mail all’indirizzo: info@ilbalzo.com.

Per informazioni sui percorsi educativi dedicati ai bambini scrivi a ilbalzabimbi@ilbalzo.com.

Articolo a cura de Il BALZO

Solo trent’anni fa era impossibile pensare di avere moltissime informazioni disponibili sempre, a qualsiasi ora del giorno e della notte, in qualsiasi luogo ci troviamo e proprio quando vogliamo. Si può accedere ad una biblioteca negli Stati Uniti mentre stiamo facendo un safari in Africa, o possiamo guardare un documentario sulla vita di Freud subito dopo aver incontrato lo psicanalista.

MA ATTENZIONE: quante bugie, quante notizie false o fuorvianti, quanta disinformazione. La possibilità di conoscere è frustrata da una marea di informazioni, spesso contradditorie e in antitesi, tra le quali è difficile scegliere.

E’quindi sempre più importante capire e verificare quali sono le fonti e la loro credibilità.

Se un tempo a una notizia che ci stupiva si diceva: “… l’ha detto la televisione…”,ci pensava Enzo Jannacci a ridimensionare la portata dell’affermazione con il suo: “…..La televisiun la g’ha na forsa de leun, la televisiun la g’ha paura de nisun, la televisiun la t’endormenta cume un cuiun ….”, oggi ci vorrebbe qualcuno/qualcosa che verifichi la credibilità dei media e soprattutto dei social insegnando alle persone ad avere un atteggiamento critico verso quello che sentono e vedono.

E’ incredibile vedere come la scienza vada avanti nella conoscenza in maniera profonda, sistematica, scardinando false verità del passato e mostrando come la conoscenza è sempre in movimento e non si ferma mai, dall’altra parte basta il primo “hater” a diffondere informazioni e immagini ( ebbene si, oggi con il digitale  il falso è sempre più immagini e video), che una pletora di “boccaloni” lo segue distruggendo anche pesantemente la reputazione e la vita di molte persone.

In realtà non ci vuole nessun altro a trovare soluzioni, la risposta è dentro in ognuno di noi, a non accontentarci della prima risposta che troviamo alle nostre domande senza verificarla.

La democrazia e il pluralismo nell’informazione e nella conoscenza è una condizione di estrema libertà che molti trovano faticoso gestire e preferiscono semplificare accentando la prima risposta o il primo “ uomo forte” che ti sembra risolva le tue insicurezze.

Articolo a cura di Claudio Fontana

E’ vero, probabilmente ne stiamo parlando troppo, non solo ha bloccato la vita di tutto il mondo ma l’ha proprio invasa perché ovunque, radio, tv, social sono monopolizzati dal tema del Covid19.

Chi l’avrebbe detto, solo un paio di mesi fa che saremmo arrivati a questo? E ancora di più cui preoccupano le conseguenze di quando l’epidemia sarà terminata, o comunque ridotta e dovremo abituare a conviverci; tante saranno le ferite, profonde, sotto tutti i punti di vista, sanitario, economico, sociale e psicologico.

In tanti parlano delle opportunità cui possono essere per molti in una situazione come questa; come in guerra chi produce le armi si arricchisce – sulla morte delle persone -, chi fa il mercato nero migliora la sua situazione – a scapito degli altri – anche con il Covid19 molti si trovano in questa situazione.

MA PERCHE’ NON TRASFORMIAMO QUESTA SITUAZIONE IN UN OPPORTUNITA’ PER TUTTI?

PERCHE’ NON TRASFORMIAMO QUESTA LIMITAZIONE, SOFFERENZA, DOLORE CHE STIAMO PASSANDO IN UN CAMBIAMENTO RADICALE DI TUTTO IL MONDO?

Le regole dell’economia non le ha scritte la natura e tantomeno Dio, le hanno scritte gli uomini, e quindi possiamo cambiarle. Il fatto importante è che una PANDEMIA coinvolge tutto il mondo e quindi le regole possono cambiare tutto il mondo.

Siamo stati capaci di stravolgere regole che fino a poco fa ci sembrava impossibile cambiare: anticipare la laurea delle professioni sanitarie agevolando l’entrata in servizio saltando l’esame di stato ( una formalità sopravvissuta da chissà quale esigenza del passato); sospensione – e speriamo cancellazione – di milioni di cartelle esecutive dell’agenzia dell’entrate che ipotecavano la vita delle persone e delle aziende diventando “risorse sterili” per lo stato.

Allora perché non cancelliamo il debito di tutti e ricominciamo in maniera diversa? Cancelliamo il debito dei paesi poveri, un debito che non potremo mai esigere e che serve soltanto a tenere in stato d’inferiorità interi popoli senza portare profitto a nessuno, solo a far sentire “pochi” potenti e in controllo della vita degli altri.

Cancelliamo il debito accumulato in questi giorni – qualcuno pensa che saremo in grado di pagarlo? – in modo ad poter ripartire con slancio, con entusiasmo con un orizzonte sul futuro.

SE NON FAREMO COSI’ NON CI RISOLLEVEREMO PIU’ E SAREMO ANCOR PIU’ SOTTOMESSI A POCHI IL CUI INTERESSE NON E’ QUELLO DI STAR BENE MA SEOLTANTO DI TENERE GLI ALTRI IN UNA CONDIZIONE DI INFERIORITA’.