La Carta Europea della Disabilità è il documento che permette alle persone con disabilità di accedere a beni e servizi, pubblici o privati, gratuitamente o a tariffe agevolate.

Con la Circolare 1° aprile 2022, n. 46 (testo in calce) l’Inps ha introdotto la nuova procedura relativa alla “Definizione dei criteri per il rilascio della Carta europea della disabilità in Italia” (c.d. Disability Card), mediante la quale il cittadino con disabilità può richiedere la Carta europea della disabilità (EU Disability Card).

L’obiettivo della carta digitale introdotta dal Governo è garantire la piena inclusione delle persone con disabilità nella vita sociale e culturale delle comunità.

La Carta Europea della Disabilità rientra all’interno del progetto europeo “Eu Disability Card” che ha come obiettivo il mutuo riconoscimento della condizione di disabilità fra i paesi aderenti.

La domanda può essere presentata direttamente dal cittadino oppure avvalendosi, tramite delega, di associazioni rappresentative delle persone con disabilità abilitate dall’INPS all’uso del canale telematico (ANMIC, ENS, UIC, ANFFAS).

Cristian Belluzzo

Concrete Onlus

Sto guidando e guardo la mia mano che tiene il volante e mi rendo conto di quanto sia invecchiata; la rivedo com’era 20 anni fa, com’era 40 anni fa. Il tempo è passato, è quasi finito. Tanto è accaduto. L’orizzonte si è fatto più corto ma la progettualità è rimasta, forse è aumentata … ma com’è possibile fare progetti quando la “macchina” quasi più non funziona ed è da rottamare, quando la benzina è finita e si accende la spia della riserva? Sembra una situazione disperata, di un paziente terminale la cui sorte è segnata e invece non è così se abbiamo il PENSIERO POSITIVO.

Il PENSIERO POSITIVO è quello che ti fa vedere una via dove una via non c’è, che ti fa trovare soluzioni quando la situazione sembra disperata, che ti fa vedere il bene nel male, la gioia nel dolore.

Non sono giochi di parole ma situazioni concrete che possiamo sperimentare nella nostra vita se solo cambiamo atteggiamento verso di essa, se non la viviamo in una maniera egocentrica, se siamo capaci di gioire per la gioia di tutti e soffrire anche per il dolore degli altri, del mondo.

IL PENSIERO POSITIVO l’abbiamo sperimentato quando siamo stati costretti in casa dal covid e abbiamo riscoperto le relazioni familiari, quando abbiamo scritto “ce la faremo” sui nostri balconi.

IL PENSIERO POSITIVO è quello che fa andare avanti i milioni di ucraini che sono ostaggi di una guerra che non hanno voluto, che li aiuta a non arrendersi e a vedere un futuro attraverso la loro resistenza.

Deve avere un PENSIERO POSITIVO il genitore a cui hanno appena annunciato che il figlio ha una grave disabilità e lo dovrà avere il figlio non appena sarà in grado di capire la sua condizione …. Tutti dovremo avere un PENSIERO POSITIVO quando ci renderemo conto che siamo a termine, che abbiamo il tempo contato, quando invece dal nostro comportamento sembrerebbe che siamo immortali.

Ma il PENSIERO POSITIVO non è innato, anche i più ottimisti lo devono scoprire, coltivare, radicare dentro di loro. Il PENSIERO POSITIVO viene sabotato tutti i giorni dagli eventi, dai terroristi dell’odio, dall’integralismo delle religioni e dall’arrivismo e dell’esibizionismo che pervade la nostra civiltà dei “social” che di social ha molto poco.

Bisogna credere al PENSIERO POSITIVO, bisogna avere fiducia, fede in questa modalità. Una fede che deve andare oltre la nostra dimensione temporale, vivere nel ricordo ma anche nella proiezione futura che è speranza. Un PENSIERO POSITIVO che trova aiuto e compimento in una prospettiva che va oltre la dimensione terrena, che trova una dimensione spirituale che quando ricerca ed è in ascolta, presto o tardi, inevitabilmente s’incontra con il soprannaturale.

Claudio Fontana

Concrete Onlus

Il 5 per mille è un particolare sistema di finanziamento del comparto non profit che trae risorse dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF).

Destinare il 5×1000 è semplice: devi soltanto compilare l’apposita sezione, inserendo la tua firma e il codice fiscale della onlus a cui vuoi destinare il contributo, ove richiesto. Puoi scegliere anche di destinare il 5×1000 al tuo Comune o ad un’intera categoria di soggetti.

Si tiene conto delle scadenze per la presentazione della dichiarazione dei redditi: modello 730 e modello Redditi Persone fisiche dell’anno in corso.
Anche chi non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi può destinare il suo 5xmille utilizzando la scheda allegata al CU.

Il 5 per mille (5 x 1000) della tua dichiarazione dei redditi è un modo facile e gratuito per sostenere il nostro impegno vero i progetti umanitari che attualmente portiamo avanti e molto altri progetti che vedranno la luce presto.

Il codice fiscale di Concrete Onlus è: 04948810967

Tutti noi dobbiamo smetterla di far finta di non vedere, di girarci dall’altra parte o, peggio ancora, di nasconderci dietro le norme e la burocrazia per evitare d’impegnarci ad aiutaci vicendevolmente e giustificare il nostro lassismo e disimpegno.

Se questo è un impegno che deve valere per tutti i cittadini nel quotidiano, tanto più lo deve essere per lo Stato e per chi lo rappresenta. Lo Stato e i suoi rappresentanti – lo sono il Presidente della repubblica ma anche l’addetto allo sportello dell’Agenzia delle Entrate – hanno un ruolo fondamentale d’esempio nel loro comportamento e diventano il modello per tutti noi, purtroppo sia nel bene che nel male.

Perché dobbiamo ancora ascoltare frasi come: “…. Sono stato all’ufficio postale e l’impiegato è stato veramente gentile e disponibile …”; non dovrebbe essere questa la norma? Invece spesso, oltre all’indisponibilità e alla “ruvidità” dell’addetto, dobbiamo sentirci risposte come: “E io che ci posso fare? Non le faccio io le regole.

Dovremmo essere tutti disponibili a spiegare, a trovare soluzioni, a comprendere le ragioni dell’altro ma tanto più lo dovrebbero essere coloro i quali sono addetti a dei servizi ai quali, in un modo o nell’altri, tutti dobbiamo accedere: non possiamo fare a meno di pagare le tasse o di fare la dichiarazione dei redditi, se vogliamo pagare un bollettino ci dobbiamo recare all’ufficio postale, se non stiamo bene dobbiamo andare dal medico.

E allora non possiamo più sentirci rispondere lei ha sbagliato senza una spiegazione ed un aiuto a correggere il nostro errore, oppure se vuole essere visitato c’è una lista d’attesa … ma se paga e viene privatamente c’è posto subito.

E dire che noi abbiamo già pagato! Abbiamo pagato per la salute, abbiamo pagato per l’efficienza, abbiamo pagato con le nostre tasse, dirette e indirette, anche per avere un servizio attento, gentile, disponibile.

Non possiamo più sentirci dire alla visita parenti in un ospedale “ oggi però non è il giorno in cui si può portare la biancheria pulita, torni un latra volta..”, oppure dall’ALER “… la persona e residente qui ma a noi non risulta inserita nel contratto e quindi anche se è disabile in carrozzina non autorizziamo, anzi blocchiamo l’installazione del monta scale ..” e quindi la persona rimane segregata in casa solo perché l’impiegato non entra nel merito, non fa nulla per affrontare e risolvere il problema , in poche parole se ne lava le mani.

Dobbiamo smetterla di disinteressarci degli altri e, quando c’imbattiamo in queste situazioni dobbiamo protestare e con pazienza far ragionare le persone, in modo che le cose cambino.

Claudio Fontana

Concrete Onlus

la Legge 104 compie 30 anni

Sono passati esattamente 30 anni dall’approvazione della legge n. 104 del 5 febbraio 1992, più comunemente nota come Legge 104, la norma che regola l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità. 

Sino ad allora, infatti, le persone con disabilità in Italia, come nel resto del mondo, continuavano quasi esclusivamente a frequentare le scuole speciali per soli “ handicap”, a lavorare, quei pochi che vi riuscivano, nei “laboratori protetti”  ad invecchiare, se in situazione di gravità nei “centri diurni residenziali per handicap “.

Quando la Legge 104 fu approvata nel 1992, erano già trascorsi ventiquattro anni da quella  formidabile  esplosione di desideri, aspirazioni, rivendicazioni, contestazioni sino ad allora represse o che non avevano avuto fino alla prima metà degli Anni Sessanta  un clima culturale e politico che le avesse potuto far divenire una sensibilità ormai matura nella società. 

La legge 5 febbraio 1992 n. 104, più nota come legge 104/92, è il riferimento legislativo "per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate". Principali destinatari sono dunque i disabili, ma non mancano riferimenti anche a chi vive con loro. Il presupposto è infatti che l'autonomia e l'integrazione sociale si raggiungono garantendo alla persona handicappata e alla famiglia adeguato sostegno. E questo supporto può essere sotto forma di servizi di aiuto personale o familiare, ma si può anche intendere come aiuto psicologico, psicopedagogico, tecnico. Dopo l'entrata in vigore, la legge è stata aggiornata in alcune sue parti, per effetto di norme introdotte in seguito. Art. 2 La presente legge detta i principi dell'ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenza della persona handicappata (in questa sede non discuteremo del termine "handicappata").

Nel corso degli ultimi 30 anni, numerose sono state le integrazioni alla legge 104 del 1992. Più di recente, il 20 dicembre 2021 il nostro Senato ha approvato all’unanimità un disegno di legge che delega al Governo il compito di modificare la legislazione. Tale disposizione si inscrive nel solco della Missione 5 “Inclusione e Coesione” del PNRR, che stanzia 19,85 miliardi di euro per le infrastrutture sociali, le famiglie, le comunità e il Terzo settore. L’obiettivo? Rendere protagoniste della propria vita le persone con disabilità, per facilitarne l’inclusione nella società e nel mercato del lavoro.

Cristian Belluzzo

Concrete Onlus