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BISOGNA CONTINUARE A VIVERE …. NONOSTANTE TUTTO

Nella vita è necessario prendersi qualche rischio altrimenti non si vive più, non esiste una vita completamente priva di pericoli.

E’ vero bisogna essere previdenti, ma le persone che non escono di casa per paura, anche se cercano di evitare i problemi “esterni” a loro, sicuramente se ne creano altri “interni” alla loro mente.

E’ il tema di questi giorni, cioè fino a che punto le norme di contenimento del Covid19 debbano limitare la libertà individuale e collettiva.

Siamo proprio sicuri che i vari tipi di lock down abbiano un impatto direttamente proporzionale al contenimento e limitazione dei casi positivi al corona Virus?

In tutte le situazioni ci sono dei rischi, importante è prendere delle precauzioni che però non cancellino completamente il soggetto/oggetto che vogliamo preservare:

  • Se vogliamo che i nostri figli crescano sani gli facciamo fare dello sport … ma nella pratica sportiva possono anche farsi male e allora? Niente più sport? No! Li educhiamo a farlo con coscienza.
  • La libertà di stampa può anche offendere qualcuno e allora? Niente più articoli? Niente più stampa? No! Fissiamo delle regole di comportamento che riducano il rischio dell’ offesa ma soprattutto della diffamazione.
  • In molti aspirano ad una vita di coppia e a una famiglia ma ovviamente questo comporta anche rinunce e rischi e allora? Niente più coppia per paura di una rottura? Niente  più famiglia per le delusioni e le sofferenze che possono arrivare dai figli? Niente affatto, ci si prepara, si cresce, ci si educa per essere pronti ad affrontare questo tema …. anche quando le cose vanno male.

Si perché le cose non vanno sembre bene, le cose possono anche andare male.

E allora anche per questo virus, preserviamoci, tuteliamoci ma non limitiamo totalmente la vita! Abituiamo le persone ad educarsi ai comportamenti corretti senza mettere delle proibizioni così totalizzanti che hanno soltanto l’effetto di comprimere la libertà a tal punto che anche i mansueti sono portati a scoppiare. Inoltre non dimentichiamoci che la proibizione è il fattore scatenante di molta violenza, della criminalità, della strumentalizzazione.

Sono in molte le bande criminali e le ideologie totalitarie e reazionarie che aspettano l’occasione per scatenare le loro milizie per impadronirsi del potere ….. non diamo loro occasione di farlo.

Claudio Fontana – Concrete Onlus

LA RIPRESA

Dopo mesi di fermo totale, il settore turistico ha ricominciato a muoversi, anche perchè è arrivata l’estate. Ma è un movimento faticoso, fatto di vacanze brevi o brevissime, spesso senza pernottamento, molte volte con colazioni al sacco.

Negli occhi delle persone, che si intravedono appena sotto la mascherina, si legge la diffidenza verso gli altri, oppure si incontrano le facce di quelli che non ce la fanno più a tollerare distanziamento e precauzioni e sono ormai “sbracati” in atteggiamenti di ipersocialità che probabilmente non avevano in precedenza.

Si vede e si sente che si tratta di una situazione anomala, ancora malata o al massimo all’inizio di una convalescenza, che mostra tutta la sua fragilità e precarietà.

Noi tutti invece, abbiamo bisogno, anche nella difficoltà e nella emergenza di risposte chiare, di azioni concrete, che ci diano la possibilità di ritornare ad una normalità anche se non è e non sarà tutto finito.

Dobbiamo riprendere a fare le cose che facevamo in precedenza, con la giusta attenzione per le precauzioni ma ricordandoci che molte delle disposizioni che ci hanno dato sono state date dalla non conoscenza del problema che porta a provvedimenti restrittivi a tutti i costi “ per non saper nè leggere nè scrivere”.

Ci saranno ancora delle vittime ma dobbiamo andare avanti: forse che prima la gente non andava nelle zone dove c’era la malaria? Ricordatevi che la malaria non ha vaccino e non esiste una profilassi che dia una copertura completa; nel 2019 ha avuto oltre 200.000.000 di casi nel mondo eoltre 400.000 decessi

(FonteISS https://www.epicentro.iss.it/malaria/epidemiologia-mondo).

E sempre i dati dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che nel mondo nel 2018, parlando di AIDS, abbiamo avuto “soltanto” 1,7 milioni di nuovi casi che si sono aggiunti agli oltre 34 milioni di affetti in maniera cronica da questa patologia, e “soltanto” 770.000 decessi.

Molto probabilmente dobbiamo imparare a convivere bene con questa situazione, rispondendo anche nel nostro piccolo con azioni “normalizzanti”, senza farci condizionare dagli estremismi dei “tutti in casa” o dei “negazionisti” e soprattutto facendo attenzione a tutti coloro che in queste situazioni vogliono approfittarsi, arricchirsi, limitare la libertà degli altri e provare a dominare il mondo.