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Se la fede si misurasse dal rispetto dei precetti delle religioni, probabilmente saremmo tutti atei, oppure, se per essere sportivi bastasse guardare i programmi televisioni dedicati allo sport, molti di noi sarebbero dei grandi atleti.

Così, purtroppo, è anche per lo Stato, troppe volte confuso e nascosto, offuscato, frainteso con la burocrazia. Una burocrazia che ci soffoca, ci assilla, si autoriproduce, che non ha più una finalità pratica, se non quella di annientare il cittadino e di far sentire importante chi in quel momento sta seduto dall’altra parte della scrivania.

E questo è ancor più ridicolo, perchè chi è in questa posizione è il primo a lamentarsi, a essere insoddisfatto, ma poi quando tocca a lui nell’esercizio delle sue funzioni ad esercitare il buon senso, a doversi ricordare che la burocrazia dovrebbe essere al servizio dei cittadini e non viceversa, vuole il rispetto ottuso delle procedure, anche quando queste hanno perso qualsiasi connessione con l’argomento, con l’azione e l’aspetto pratico che dovevano supportare.

Un esempio pratico: recentemente mi è capitato di recarmi presso l’area ecologica del mio comune, dove sono sempre andato fino ad un mese prima senza problemi, e mi sono sentito dire che non potevo più recarmi li con un furgone ma solo con un'”auto”, che così prevede la legge e che il mio comportamento era a rischo di “penale”.

Quando ho provato ad obiettare che così si era fatto fino ad un mese prima e che nessuno si era preoccupato perlomeno di avvertire i cittadini (i siti web esistono anche per questo e possono fornire informazioni h/24) mi è stato detto in maniera lapidaria che “la legge non ammette ignoranza” e che se volevo disfarmi di materiale ingombrante che non stava nell'”auto” potevo prenotare il servizio sgombero del comune, cosa che ho fatto, e da fine gennaio mi hanno mandato al 7 marzo (come una TAC), ma soprattutto mi hanno detto che porteranno via non più di tre pezzi. Ma pezzi di che cosa non sono stati capaci di specificarlo.

Capite bene che una persona (cittadino) che sta a casa dal lavoro per poter rispettare gli orari dell’area ecologica, si vede respinto una prima volta perchè le disposizioni sono cambiate e non c’è stata informazione, viene accusato/minacciato di essersi sempre comportato male e contro la legge e quindi passibili di sanzioni anche penali, quando cerca di mettersi sulla “retta via”, trova a dover lotare contro lungaggini, inefficenze e “vacuità delle norme” come può reagire? Può amare il suo Stato – nel mio caso il comune che è una delle sue espressioni decentrate – ?

Stiamo attenti perchè è proprio questo il rischio occulto, ma non troppo, della burocrazia, farci allontanare dallo Stato, farcelo detestare e in questo modo lasciare il campo libero agli altri, a quelli moralisti e bacchettoni di facciata che poi invece le leggi e le regole non le rispettano ma voglionio farle rispettare agli altri, quelli che nelle intercettazioni telefoniche ci prendono tutti per i fondelli come “gli stupidi” che si attengono alle regole mentre loro fanno quello che vogliono.

NON FACCIAMOCI TURLUPINARE. NON FACCIAMOCI FREGARE. LO STATO È NOSTRO, LO STATO SIAMO NOI E QUANDO CI PROVANO, PROTESTIAMO, OBIETTIAMO, OCCUPIAMO. NON LASCIAMO SPAZIO A QUESTI INDIVIDUI, CHE TUTTO FANNO TRANNE CHE SERVIRE LO STATO… E TUTTE LE SUE DECLINAZIONI.

Articolo a cura di Claudio Fontana.

Trovare delle ossa scarnificate e consunte in un terreno agricolo e pensare di portarsele a casa può essere pericoloso.

E quello che mi è capitato al ritorno da uno dei nostri viaggi, questa volta dal continente africano e più precisamente dall’Uganda. Infatti avevo trovato due ossa, probabilmente le tibie di una zebra e di un bufalo morti molto tempo prima visto lo stato di in cui si trovavano, consumate e invecchiate dalla lunga esposizione alle intemperie. Ho pensato che non ci sarebbe stato nulla di male a metterle in valigia e portarle in Italia come souvenir: in fondo erano soltanto due vecchie ossa, non si trattava di materiale proibito ed era evidente dal loro stato che erano state trovate in qualche luogo e tolte all’abbandono in cui versavano.

Ho pensato: Al massimo se non mi permetteranno di portarle via le lascerò al controllo all’aeroporto…

E invece così non è stato: quando lo scanner ha rilevato degli oggetti insoliti nella mia valigia, l’operatore addetto al controllo ha detto che non potevo portare via quegli oggetti ma neanche cavarmela semplicemente lasciandoli all’aeroporto e che quindi sarei stato denunciato e avrei dovuto subire un processo.

Risultato: 14 ore alla stazione di polizia, il volo perso, una denuncia e la prospettiva di avere un processo senza sapere però quando visto lo sciopero della magistratura in corso. Fortunatamente sono poi riuscito a chiarire la mia posizione, l’autorità deputata al controllo ha riconosciuto la mia buona fede e ha ritirato la denuncia e sono potuto partire 3 giorni dopo.

FATE QUINDI ATTENZIONE! LE NORME IN MATERIA DI ANIMALI SELVATICI E PROTETTI SONO DIVENTATE MOLTO SEVERE IN TUTTO IL MONDO E SE DOVESTE TROVARVI IN UNA SITUAZIONE COME LA MIA NON RECATEVI IN AEROPORTO SE NON AVETE CON VOI UNA AUTORIZZAZIONE SPECIFICA A PORTARE QUESTO TIPO DI OGGETTI CON VOI!
ALTRIMENTI… LASCIATE PERDERE.

Articolo a cura di Claudio Fontana