COM’È ANDARE AL CINEMA PER UN DISABILE AL 100% CHE CAMMINA?
Mi chiamo Maria Rosa, vivo a San Martino e da qualche tempo hanno costruito un cinema in prossimità del centro commerciale vicino a casa mia.
Per curiosità sono andata a vedere un film. Arrivata alla cassa con i miei bastoni e la mia tessera di esenzione al pagamento, la cassiera mi dice: “Signora sono 7,50 €. Le faccio pagare il ridotto.”
Pago il mio biglietto e vado a prendere l’ascensore, perché le sale si trovano al piano superiore. Quando entro nella sala cinematografica mi accorgo che il posto per disabili è il primo sulla fila in basso, la più vicina allo schermo… inutile dirvi il torcicollo che mi è venuto alla fine del film!
Arrivata a casa, ho guardato sul sito del cinema, sotto la voce “diversamente abili”… Ho scoperto che il disabile al 100% che cammina paga il biglietto ridotto, mentre per il disabile al 100% in carrozzina il biglietto è gratuito.
(I misteri della vita).
Per fortuna ho la patente e guido la macchina, quindi quando voglio vedere un film mi reco al cinema di Montebello.
Che io sia seduta in carrozzina oppure a piedi con i miei bastoni, basta che gli faccia vedere la mia tessera di esenzione e il biglietto non lo pago.
Anche qui prendo l’ascensore, perché le sale sono al primo piano, ma, a differenza del cinema di San Martino, i posti sono subito in alto e i posti per disabili sono molto più comodi: vedi bene lo schermo e non ti viene il torcicollo!
https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2019/01/Schermata-2019-01-29-alle-11.10.03.png558974Samuele S.https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2022/08/Concrete-logo-vector7-300x228.pngSamuele S.2019-01-29 11:28:062019-01-29 11:28:07Disabilità al cinema e torcicollo.
Anche il 2019 ci riserva tante ricorrenze che hanno segnato la nostra storia:
500 anni dalla morte del “ genio universale” Leonardo da Vinci,
100 anni dall nascita del “giovane” Salinger e dalla morte del presidente “Teddy” Roosevelt,
90 anni dalla venuta al mondo di “colui che aveva un sogno”, Martin Luther King,
80 anni da una delle pagine più buie della storia dell’uomo, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale,
50 anni sono passati dalla tragica strage di Piazza Fontana, dall’ allucinante concerto di Woodstock e dall’introduzione del’ISA, il simbolo internazionale di accesso.
L’ISA fu progettato da Susanne Koefed nel 1968 su richiesta della Commissione Internazionale Tecnologie e Accessibilità (ICTA) della Rehabilitatiom International.
Tutto ebbe inizio quando alla fine degli anni ’60 iniziarono ad apparire in vari paesi simboli che indicavano i luoghi fisicamente accessibili ai disabili.
Per cercare di rendere la segnaletica il più standardizzata possibile e riconoscibile ovunque nel mondo, Norman Acton, Segretario Generale di Rehabilitation International, la più grande federazione mondiale di organizzazioni rivolte ai disabili, chiese a Karl Montan, primo direttore della Swedish Handicap Institute e presidente della ICTA, di realizzare un design da presentare al XI Congresso Mondiale a Dublino del 1969.
Il simbolo doveva rispettare determinati e precise caratteristiche: facilmente identificabile anche a distanza, auto-descrittivo, semplice ma esteticamente progettato senza significato secondario e pratico.
Montan accettò il progetto e venne indetto un concorso per gli studenti della Scandinavian Design.
L’idea vincitrice fu quella di Susanne Koefoed, una studentessa di graphic design danese, che presentò un semplice motivo di un omino su una sedia a rotelle.
L’icona fu approvata ufficialmente nel 1969 dopo “l’umanizzazione” dell’omino con l’ultimata aggiunta della testa. L’ISO incorporò il simbolo nella sua libreria di simboli riconosciuti a livello internazionale con le specifiche formali per dimensioni e utilizzo. Con la sua adozione, passaggio finale della Società fu quello della promozione. All’interno della RI, ci fu un dibattito sulla possibilità di brevettare il design, tuttavia si decise che l’obiettivo non era quello di limitarne l’uso, ma garantirne un buon utilizzo. Inoltre si decise che l’istruzione pubblica e la promozione sarebbero stati i mezzi più efficaci nel garantire che il simbolo rimanesse sempre di pubblico dominio, per questo si rielaborarono le linee guida per l’utilizzo del simbolo raccomandando che, magnanimamente, ne venisse fatto dono per l’umanità.
Il passato si è macchiato spesso di gravi crimini, etiche e filosofie che hanno reso la vita dei disabili molto complicata, fortunatamente ci sono anche molti ricordi positivi da celebrare, come questo piccola icona, che ha cambiato in una piccolissima parte, la vita dei diversamente abili.
Quindi il nostro augurio per il 2019 è che voi possiate guardare al futuro con tanta speranza e voglia di cambiamento, ogni piccola azione, anche quella apparentemente insignificante, può cambiare la storia.
https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2019/01/handicap-parking-3865315_1280.jpg8531280Samuele S.https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2022/08/Concrete-logo-vector7-300x228.pngSamuele S.2019-01-04 12:06:162019-01-04 12:06:191969-2019: 50 ANNI DEL SIMBOLO INTERNAZIONALE DI ACCESSO
In tutti i musei del mondo è vietato toccare le opere esposte, ma in questo museo di Varese no. Come mai?
Questo perché all’interno di Villa Baragiola, è stato allestito il Museo Tattile, un modo per permettere alle persone che non ci vedono di conoscere attraverso le mani quello che tutti gli altri conoscono con gli occhi ed un’opportunità di comprensione del mondo, dell’arte, del design per tutti coloro che ci vedono, che possono effettuare la visita bendati.
Il museo, realizzato dall’Associazione Controluce Onlus su ispirazione dell’Unione Italiana Ciechi, contiene un vasto assortimento di modelli tattili in legno che – quasi si trattasse di un’enciclopedia tridimensionale da sfogliare con le mani – riproducono aspetti del paesaggio, dell’architettura, dall’arte, dell’archeologia, del design.
I modelli tattili hanno una duplice funzione: didattica ed emozionale. Conoscendo attraverso il tatto si scopre un mondo nuovo. Oltre ai modelli, il museo ospita percorsi e installazione multisensoriali, capaci di conciliare il divertimento con l’interesse per la sperimentazione. Si tratta di percorsi nei quali il visitatore ha modo di verificare, divertendosi, come i sensi parlino un linguaggio speciale capace di farci conoscere meglio e più approfonditamente tutti gli aspetti della realtà.
Il museo comprende una serie di Percorsi Tattili tematici:
https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2018/12/ponte-ferroviario-2.jpg415620Samuele S.https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2022/08/Concrete-logo-vector7-300x228.pngSamuele S.2019-01-02 10:34:252019-01-02 10:34:27Vietato non toccare. – il Museo Tattile di Varese
Si parla spesso di di come le liberalizzazioni siano la soluzione per migliorare i servizi, perchè la competizione abbassa i prezzi e miglora i servizi.
Io preferisco parlare di collaborazione, anzichè di competizione, in uno stesso settore, per migiorare e estendere un servizio a quanti più possibile.
Prendiamo come esempio i settori dove noi siamo impegnati: i servizi alle persone disabili, che sono insufficienti in Italia e che possono essere migliorati, potranno essere sicuramente estesi sia come campo di azione sia come numero di persone che ne potranno beneficiare, se tutte le organizzazioni che si occupano di disabili collaboreranno tra di loro. I professionisti offriranno le prestazioni tecniche e ne garantiranno la continuità, mentre il volontariato completerà il supporto nel tempo libero, lo svago e la vita quotidiana.
Nei trasporti pubblici, dove in questi giorni imperversa la polemica assurda tra Taxi e NCC, basterebbe pensare a come siano diversi i due tipi di servizio e a quanto talvolta si deve aspettare in aeroporto o in stazione per poter salire su uno di questi mezzi, per trovare una soluzione che permetta a tutti di lavorare e al servizio di essere esteso e più soddisfacente.
Il problema è che il “protezionismo” ed il “corporativismo” non sono forme di tutela del lavoro e dei servizi, ma sono forme di egoismo di chi, da una posizione privilegiata, difende lo status quo di maggior favore, disinteressandosi degli altri, lavoratori o utenti non ha importanza.
Quindi, se vogliamo migliorare questa società, proviamo a collaborare invece che litigare, mettendo regole che inducano alla cooperazione e non alla divisione.
https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2018/12/help-164755_1280.jpg8471280Samuele S.https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2022/08/Concrete-logo-vector7-300x228.pngSamuele S.2018-12-27 12:03:442018-12-27 12:03:45C’È POSTO PER TUTTI
In quarant’anni di attività con le persone disabili, migliaia sono gli individui con i quali ho avuto a che fare. Disabilità e personalità differenti, con capacità e attitudini le più diverse, ma tutte con delle aspirazioni che volevano essere realizzate.
Anche le famiglie da cui provenivano queste persone sono state molto variegate, con coscienza e aspettative verso i propri figli a volte esagerate, a volte troppo riduttive nel valutare le possibilità di successo. Nella maggior parte dei casi famiglie che, nonostante le difficoltà oggettive che una disabilità comporta, a volte aggravate dalle ristrettezze economiche, comunque progettavano il futuro dei loro figli e, per quanto possibile, li coinvolgevano in questa operazione.
Mi è capitato però, talvolta, di imbattermi in famiglie che per iperprotezione, senso di colpa ( ma di quale colpa stiamo parlando?), vergogna (ma di che cosa?) hanno negato ai lor figli, perchè disabili, la possibilità di avere, o almeno tentare, una vita piena come tutti gli altri, che significa amicizie, scuola, lavoro, amori, una nuova famiglia propria. Famiglie soprattutto di estrazione medio-alta, con buone condizioni economiche, che finchè relativamente giovani hanno pensato di potersi sostituire in tutto e per tutto “agli altri”, che hanno tenuto i figli “separati dal mondo”.
Famiglie che, con il passare del tempo non hanno più avuto la forza e la voglia di accudire in maniera totale i propri figli; figli che con il passare del tempo si sono resi conto, impotenti, di quanto la vita fosse passata senza che loro avessero potuto realizzarsi. In questo panorama che si ripete sempre, a noi che siamo operatori esperti, motivati e preparati su questo tema, il compito di intervenire, appoggiare, stimolare con il dovuto garbo ma anche con forza ed energia, affinche dall’inizo alla fine della sua vita, ognuno possa dire di aver soddisfatto questo DIRITTO AD UNA VITA PIENA … o almeno di averci provato.
https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2018/11/WhatsApp-Image-2018-03-30-at-13.26.59.jpeg9661288Samuele S.https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2022/08/Concrete-logo-vector7-300x228.pngSamuele S.2018-11-29 10:11:022018-11-29 10:11:04IL DIRITTO AD UNA VITA PIENA