Il termine in sé è positivo, si omologano le automobili, i prodotti in genere e questo è un bene perché devono rispondere a certi requisiti e a certi standard. Quando invece cominciamo a parlare di omologazione nel vestirsi, nella musica, nell’alimentazione, anche se non è ancora una valenza negativa però ci viene tristezza, pensiamo alla morte della fantasia, ad un mondo di burattini tutti uguali.

Quando invece per omologazione ci si riferisce al comportamento, soprattutto a certi tipi di comportamento, allora dalla tristezza passiamo all’arrabbiatura, alla frustrazione, alla depressione. Pensiamo ai politici “di buone speranze” che partono pieni di ideali, di energie di voglia di fare e vanno a sbattere con una realtà di compromessi, di corruzione, di retorica e di falsità e, invece di reagire e continuare a portare la loro voglia di rinnovamento…. si arrendono, si adattano …. si omologano verso il basso in un processo che è vergognoso anziché virtuoso.

Omologazione è quando rinunciamo alle nostre idee, alla sana protesta che tiene vigile l’attenzione e la capacità critica, la voglia di combattere e “stancamente” ma anche colpevolmente e con complicità ci arrendiamo a tutto quello che non sopportavamo, al compromesso, al malaffare, al pensiero mafioso.

Bisognerebbe sostituire il detto “ meglio un giorno da leone che cento da pecora” con: “ meglio vivere un giorno da idealista che cento da omologato.

L’omologazione non solo uccide la fantasia ma appiattisce tutto, toglie l’entusiasmo, porta via i sogni e fa pensare che tutto debba finire in una certa maniera, cioè male. Ci porta a pensare che è inutile impegnarsi tanto vinceranno sempre gli altri, i corrotti, i trafficoni, i malfattori ….. i cattivi.

Il mondo omologato è senza futuro, senza speranze, piatto e infelice. E’ un mondo tutto uguale dove non ci si sorprende più, dove è tutto è scontato, appunto omologato.

Ma la risposta è dentro di noi, è la resistenza a tutte le pressioni che ci vogliono diversi da noi stessi, pessimisti, remissivi, uguali al peggio. Il motto “ora e sempre resistenza” è forse l’unica speranza di che ci rimane, non è importante se gli altri ci considereranno dei perdenti, ma è meglio perdere una battaglia con dignità che vincere la guerra senza onore. Dignità, onore, valori, tutte parole vuote e senza senso per chi mette al primo posto l’interesse personale a scapito del bene collettivo e dell’amore fraterno.

Resistiamo, protestiamo, viviamo da persone libere, in questo manterremo la nostra speranza e saremo la luce per gli altri e per il mondo.

Claudio Fontana

Concrete Onlus

Comune di Martina Franca primo ad aderire alla piattaforma CUDE, progetto sperimentale che aiuta le persone disabili dando la possibilità di facilitare le procedure di segnalazione durante gli accessi nelle aree ZTL in altre città senza preavviso, previa certificazione.

Per le persone Disabili che vivono nel comune di Martina Franca sarà più facile circolare in altre città. Chi deve spostarsi da una città all’altra non ha più bisogno di notifica per entrare in zone a traffico limitato (Ztl, strade o corsie soggette a divieti o restrizioni) di comuni diversi da quello di residenza. Questo è possibile perché il comune di Martina Franca, primo comune del sud Italia, ha aderito a un esperimento iniziato il 23 maggio dello scorso anno.

Al fine di semplificare la mobilità delle persone con disabilità in tutta Italia, D.M. 5 luglio 2021, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha creato una banca dati nazionale per il coordinamento delle autorizzazioni amministrative.

Solo i cittadini dei comuni direttamente dipendenti dal governo centrale che partecipano al progetto pilota possono utilizzare il servizio. Pertanto, dopo l’adesione al Comune di Martina, le persone disabili che intendono usufruire del servizio possono accedere alla piattaforma CUDE – acronimo di Emblema Unificato Europeo della Disabilità – e nella propria area riservata, alla voce Servizi di Accesso – Piattaforma Unica Autenticazione Badge Disabile – CUDE al seguente link https://www.ilportaledellautomobilista.it/web/portale-automobilista/piattaforma-cude

Delle 21 città italiane che hanno aderito, Martina Franca è non solo la prima ma anche l’unica del sud che attualmente sperimenta questa iniziativa che speriamo possa diventare uno strumento utile e vincente su tutto il territorio italiano.

Oggi portiamo all’attenzione dei nostri lettori un progetto molto interessante, il mondo delle Applicazioni per smartphone, dispositivi che ormai sono un estensione del nostro corpo, vede l’arrivo di WE GLAD, App dedicata alla mobilità in sicurezza per persone con disabilità.

Il motto che lancia questa nuova iniziativa è: “Il nostro obiettivo è accelerare esponenzialmente la transizione verso un pianeta più accessibile e inclusivo”. Fondata da giovani imprenditori con affinità nel settore e seguiti da una consulenza specializzata sul tema disabilità.

Il focus principale di WeGlad è quello di fornire in tempo reale all’utenza itinerari facilitati, senza barriere architettoniche. Il punto di forza di WeGlad è la possibilità di ricevere il prezioso contributo da parte dell’utenza iscritta che potrà segnalare effettivamente se i luoghi visitati risultano accessibili o meno condividendo una mappatura dettagliata.

Questo contributo congiunto con l’utenza porta a diversi pro nell’identificazione di luoghi accessibili all’aperto e al chiuso:

  • Per quanto riguarda i luoghi all’aperto, puoi trovare informazioni su mezzi e stazioni accessibili, indicazioni per parcheggi accessibili in sedia a rotelle e orari di arrivo a destinazione;
  • Per quanto riguarda i luoghi al coperto, ogni struttura mappata mostrerà tre immagini relative alla sua accessibilità; una foto dell’ingresso, una foto dell’interno che mostra lo spazio di manovra e un servizio igienico.

Inoltre, l’obiettivo a medio termine è quello di creare e integrare la funzionalità NAVIGATOR nell’applicazione. La prima fase di raccolta dati ne consentirà la creazione; una volta disponibile, consentirà di spostarsi dal punto A al punto B, evitando ostacoli e mostrando veicoli e parcheggi accessibili.

C’è anche una sezione sociale alla fine. Attraverso l’app o il gruppo Facebook si crea una vera e propria community. Gli utenti possono interagire, condividere cose appena disegnate ed esperienze personali, pubblicare i loro luoghi preferiti, porre domande, consigliare i posti migliori agli altri e persino chiedere o offrire aiuto. Tutti possono aiutare e ottenere aiuto, parlare dei loro argomenti preferiti e fare amicizia.

Ecco tutte le info utili:

Sito web: www.weglad.eu

Facebook: @wegladsocial Pagine – Gruppo WeGlad Group Indirizzo

email: founders@weglad.eu

Vi sarete accorti che mi piace sempre incominciare con un riferimento musicale: “perdono, perdono, perdono…” diceva il ritornello di una canzone di Caterina Caselli degli anni ’60; era lei chiedeva il perdono.

Certamente oggi ci sono molti che dovrebbero chiedere perdono: chi si è dimenticato dei disabili, degli anziani, dei più fragili o al massimo li mette all’ultimo posto; chi tradisce la fiducia degli elettori che l’hanno votato perché portasse avanti un certo programma ed invece non solo il programma non va avanti ma se lo trovano addirittura in un altro partito; perdono in ginocchio da chi non ha ben presente che non c’è nessun merito ad essere nati benestanti, in un paese occidentale, sani e bellocci andandosene in giro tronfio con il petto gonfio girando la testa se qualcuno ha fame, soffre o sbarca sulle nostre spiagge.

Ma non è della “richiesta di perdono” che vi voglio parlare oggi ma dell’”offerta di perdono” che dobbiamo essere sempre pronti a donare, di nostra iniziativa, anche a chi non lo chiede, chi non lo vuole, chi non sa neanche cosa sia. Perché questo perdono che noi offriamo spontaneamente, volontariamente fa bene soprattutto a noi che lo doniamo, ci rasserena, ci fa stare in pace con il mondo, ci fa affrontare le situazioni in una maniera più lucida….. il perdono è la nostra vittoria.

E ancora di più e prima di tutto la capacità di perdonare noi stessi: quante volte non riusciamo ad uscire dal loop di una situazione perché rimuginiamo sul passato, ci diciamo “se non avessi fatto, se non avessi detto…”, e rimaniamo immobili, imbambolati mentre tutto il resto va avanti, si muove e ci lascia indietro.

Se impariamo a perdonare eliminiamo o limitiamo il dolore, fisico e della mente; troviamo l’energia per ricominciare di nuovo, “shocchiamo”, disorientiamo gli altri con il nostro comportamento. Quando tutto sembra perduto in una gara sportiva, disorientare l’avversario è spesso una “buona chance” per ribaltare la situazione o perlomeno di farsi ricordare dal “pubblico”, che sono gli altri nella nostra vita.

Pensiamo all’esempio del Ruanda, un paese distrutto dal genocidio nel 1994, che quasi subito capisce che la soluzione in una situazione così estrema è SOLO IL PERDONO: si elimina quasi subito la pena di morte e dopo 20 anni da questo terribile evento, decide che non ha più senso tenere le persone in prigione, bisogna dar loro una prospettiva e dare un insegnamento a chi ancora poteva provare rancore e voglia di vendetta: APRE LE CARCERI E INVENTA IL PERDONO DI STATO!

E mi stupisco di essere qui adesso a sottolineare una cosa che è così evidente, “lapalissiana”, ma che purtroppo nella mente contraddittoria del genere umano non è ancora riuscita a mettere radici: il perdono ci fa stare meglio, ci fortifica, ci cambia la vita.

E ricordate che il perdono non ha quasi mai una base razionale, un calcolo, anzi se mira ad ottenere qualche cosa negli altri sbaglia il suo obiettivo e rischia di farci avere delle delusioni ancora più forti. Il perdono è irrazionale, istintivo, spontaneo, inarrestabile come l’amore, è un regalo appunto, una cosa che si offre PER-DONO.

E volendo chiudere con un motto, che spesso aiuta a ricordare meglio le cose possiamo dire: NON SANNO COSA PERDONO QUELLI CHE NON CONOSCONO IL PERDONO.

Claudio Fontana

Concrete Onlus

Da poco più di due settimane si è insediato il governo Meloni, il 68° esecutivo della Repubblica Italiana, che porta con sé nuove figure istituzionali e nuovi progetti su cui lavorare. Tra i vari volti troviamo Alessandra Locatelli, già precedentemente ministra per la famiglia e le disabilità nel governo Conte (per soli 2 mesi) e ora ministra per le disabilità per il governo Meloni. Ovviamente quando c’è un passaggio di consegne non si riparte mai da zero, ma si ereditano parti di un lavoro che qualcuno ha già svolto ed è bene proseguire cercando di raggiungere obiettivi sempre più alti. Questo riguarda proprio il caso del “progetto S.T.A.I”: con il decreto n. 8036 dell’8 giugno 2022, il dirigente dell’Unità Organizzativa disabilità, volontariato, inclusione e innovazione sociale Roberto Daffonchio firmava per un progetto incentrato sul turismo accessibile che ora è arrivato nelle mani della ministra Locatelli e dei suoi collaboratori.

“S.T.A.I” è infatti l’acronimo di Servizi per un Turismo Accessibile e Inclusivo, e questo progetto può essere davvero una grande occasione per iniziare a cambiare le cose. Il termine ultimo per presentare la domanda e la relativa documentazione era fissato al 30 giugno 2022, ed era rivolto agli enti pubblici, agli enti del terzo settore, alle organizzazioni di volontariato, alle associazioni di promozione sociale e a molte altre realtà che si occupano di inclusione e di persone disabili. Con più di 2 milioni di euro destinati a questo progetto si ha la possibilità di rovesciare un sistema turistico ancora troppo obsoleto e discriminatorio, che non solo non tiene conto delle persone con disabilità ma solitamente ne limita fortemente l’accesso sia alle strutture che alle attività che gravitano attorno.

Come riportato sul sito della regione Lombardia:
“Si tratta di una progettazione innovativa basata sui temi dell’accessibilità universale, dell’inclusione, della salute e del benessere, e ha natura di progetto-pilota da testare nelle provincie di Bergamo e Brescia per poter essere poi esportato in altri territori lombardi e applicato ad altre tipologie di eventi e manifestazioni.”

La zona di riferimento è al momento quella lombarda con particolare interesse nelle province di Bergamo e Brescia, ma noi ci auguriamo che questo sia solo un inizio e che una simile progettualità si diffonda a macchia d’olio in tutta Italia. Gli obiettivi a cui si punta sono ambiziosi e più che mai necessari: dal favorire la presenza di turisti con disabilità e dei loro familiari, alla realizzazione di infrastrutture e all’organizzazione di servizi accessibili fino ad arrivare alla creazione di tirocini lavorativi per persone con disabilità (e quest’ultimo obiettivo è forse il più difficile da realizzare, avendo in Italia una cultura del lavoro ancora arretrata e abitata da pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità come lavoratori partecipi e attivi).
Lunedì 7 novembre, a Sale Marasino la ministra Locatelli ha partecipato proprio alla presentazione di questo progetto di Regione Lombardia. «Entro la fine del 2023 – ha dichiarato la ministra- sono intenzionata a conoscere i progetti promossi da ogni regione per portare all’attenzione di tutti il tema dell’inclusione e dell’accessibilità universale.

La piena partecipazione delle persone alla vita quotidiana, così come previsto dalla convenzione Onu e dall’Agenda 2030, passa anche attraverso il riconoscimento di percorsi di formazione e lavoro che siano accessibili a tutti, ma anche attraverso l’accessibilità universale alla comunicazione, all’informazione, alla cultura e al turismo. Promuovere queste iniziative permette di diffondere – conclude – una maggiore attenzione alla cultura dell’inclusione e, più in generale, di mettere in luce quelli che sono i bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie per dare loro risposte puntuali e adeguate».

Ci piace pensare che questa occasione non sarà sprecata, e che i soldi investiti guidino gli sforzi di tutti verso risultati ottimali e condivisi. Noi di Concrete ci occupiamo di viaggi da molti anni e sappiamo bene quante difficoltà ostacolino la buona riuscita di quest’esperienza. Viaggiare significa esplorare, conoscere nuove culture e nuovi luoghi, allargare i propri orizzonti e tornare a casa arricchiti da incontri e immagini che ci hanno cambiato. È davvero arrivato il momento di permettere a tutte le persone di godere di una simile esperienza, senza lasciare ricordi negativi ma solo il desiderio di ripartire ancora.

Sara Riccobono
Concrete Onlus