IMPROVVISAMENTE …. TANTI SOLDI

Da quando siamo entrati nel tunnel del Covid sembra che i soldi abbiano cambiato valore; non si parla più in milioni ma soltanto di miliardi. E le cifre in ballo sono notevoli, incredibili solo nell’anno precedente; migliaia di miliardi sembrano spuntare da tutte le parti come da un cilindro di un prestigiatore.

Ma cosa è successo, siamo diventati tutti più ricchi? Ma dove erano prima tutti questi soldi, chi li teneva nascosti? Bisognava che sorgesse un grave pericolo, una grande urgenza, perché venissero fuori?

Molte delle cifre citate sono ancora parole, devono ancora essere erogate o tardano ad arrivare. Resta il fatto però che tante risorse a fondo perduto, prestiti a interessi contenuti non si erano mai visti (e finalmente perché non se ne poteva più di banche con interessi usurai che restavano impuniti). Cosa è cambiato, se è cambiato qualcosa?

Le leggi dell’economia non sono quelle della natura, non sono scritte da sempre nel libro della creazione ma sono fatte da noi, dal genere umano e come tali possono essere cambiate, basta solo entrare nell’ordine di idee di tale cambiamento.

Non voglio e non posso dire ancora che ci sia stato un cambiamento, ma potremmo essere sulla strada giusta per una più equa distribuzione della ricchezza, perché la solidarietà sia fattiva e in grande scala e soprattutto prevista ed erogata a livello statale, perché ci sia veramente una sicurezza sociale diffusa, un reale welfare state non solo nel nome di un ministero.

Ed il fatto che questo sia un problema mondiale potrebbe permettere che questa solidarietà, questa “distribuzione di ricchezza”, possa effettivamente riguardare il mondo intero senza i soliti che approfittano di queste situazioni per avvantaggiarsi sugli altri.

Certamente questa tendenza ad avvantaggiarsi della situazione, ad arricchirsi, l’abbiamo vista tante volte in questi ultimi mesi, con le centinaia di siti nati dal nulla da tanti improvvisati commercianti di mascherine e altri presidi igienici e sanitari.

Abbiamo visto ritornare lo stile di tangentopoli con amministratori e loro parenti che s’intrufolano nelle commesse pubbliche senza un minimo di accortezza e professionalità con la vecchia arroganza del potere che “nell’emergenza” riesce anche a rimanere impunita.

Speriamo che non sia così ma che sia invece l’occasione di stare più uniti, ad essere più leali gli uni con gli altri, in Europa anzitutto – e qualche segnale c’è stato – ma facendo in modo che questo spirito di “fair play” si diffonda nel mondo intero.

Se vogliamo andare avanti molti dei debiti fatti in questi giorni dovranno essere cancellati … e allora cancelliamo il debito di molti paesi “emergenti” ma che non emergono mai proprio perché sono strozzati e tenuti al guinzaglio dai soli interessi dei debiti contratti.

Rendiamoci conto che questi soldi – quelli del debito – non li prenderemo mai e quindi facciamo un bel gesto e cancelliamo questo debito, cancelliamo tutti i debiti e RICOMINCIAMO IN UNA MANIERA NUOVA, DIFFERENTE!!!

Ma attenzione perché sono ancora in tanti quelli che senza biblica memoria, si adoperano affinchè vengano cancellati i loro debiti ma sono sordi a rimettere i debiti, seppur di minore entità, che altri hanno contratto con loro… ma non funziona così, non funzionerà mai così.

Claudio Fontana – Concrete Onlus

PILLOLE DAL MONDO: FUMETTO E DISABILITA’

Il mondo dei fumetti ha il vantaggio di creare un forte magnetismo, che riesce ad attirare lettori di ogni età, dal ragazzino che si avvicina per la prima volta ad un albo sfogliabile, all’adulto navigato che vanta anni di esperienza.

Il fumetto per come lo conosciamo oggi, nasce agli inizi del XX secolo e nelle decadi successive si è evoluto grazie allo scatenarsi di nuove idee. Dagli stati uniti fino in Europa cresce e si evolve raggiungendo una qualità sempre maggiore, bisogna considerare che agli albori era visto come un prodotto di poco interesse, seppure innovativo nel suo genere. Nella sua fase iniziale di decollo, il fumetto volevano solo arrivare ad una fetta di pubblico minore, e non veniva usato come mezzo di propagande. Il fumetto nelle anni successivi alla sua nascita ha saputo rinnovarsi, ha saputo attingere da tutto, creando un suo spazio personale ed inedito nell’olimpo della letteratura moderna.

Dall’essere snobbato inizialmente, oggi esistono opere che hanno fatto la storia, che non hanno nulla da invidiare a libri blasonati che hanno venduto milioni di copie, ma soprattutto il fumetto ha saputo condizionare e stravolgere positivamente cinema, arte, religione, storia ed economia, ha saputo elegantemente entrare in ogni sfera della società e diventare un’arte comprensibile e godibile per tutti.

FOUR ENERGY HEROES

Di che cosa si tratta?

E’ uno di quei progetti BELLI, si perchè tutto ciò che trae ispirazione da qualcosa di buono per fare del bene e sensibilizzare positivamente è BELLO.


FOUR ENERGY HEROES usa come mezzo di comunicazione Il fumetto, il progetto nasce per dare ulteriore significato alla relatà disabile, portare ad un iclusione maggiore da parte dell’opinione pubblica, poter sensibilizzare in maniera positiva ed avvicinare non solo lettori, ma cuori pronti a farsi in due per la causa.

Il progetto è prodotto da L’Arte nel Cuore, la parte progettuale del progetto ha visto la collaborazione di allievi disabili e normodotati dell’Accademia e la collaborazione di noti fumettisti del settore. Il motto del progetto è “Dove c’è talento, non esistono barriere!”, questo bellissmo progetto ha colto nel segno.

Vi lasciamo il link alla pagina ufficiale del progetto, per approfodimenti, la storia, ma sopratutto vi invitiamo alla lettura.

Lo staff di Concrete Onlus

UN CONSUMO RESPONSABILE

Spesso ci capita di sentire la parola Consumismo e attribuire a questa un significato prevalentemente negativo, in realtà il significato profondo del termine è sospeso tra fattori negativi e positivi.

“Consumismo: il consumismo consiste nell’aumento dei consumi, sostenuto in gran parte dalla pubblicità, con effetto espansivo sulla produzione e ulteriore bisogno indotto di nuovi consumi.”

Nella civiltà occidentale, zona del mondo ricca e produttiva, il consumismo è una prerogativa fortemente legata alla ricchezza di un paese, infatti un forte consumismo denota un forte benessere generale nella popolazione, il che comporta ad un benefit ulteriore nella vita dei singoli individui. Questo aspetto risulta positivo per l’economia del paese, la circolarità del lavoro ed il benessere degli individui.

Ma ci possono essere anche degli aspetti negativi, in quanto il consumo tocca tutte le aree della società, e tutte le categorie, questo in determinati periodi di instabilità può creare forti squilibri nei ceti sociali che sono fortemente abituati, ed in alcuni casi totalmente assuefatti al consumo poco responsabile, questo perchè il consumo rischia di indurre una morbosità di possedere “cose”.

L’acquisto ed il consumo di beni materiale è un aspetto essenziale nella nostra civiltà, per la sopravvivenza fisica e per il benessere psicologico, il pericolo si manifesta quando l’acquisto di beni si trasforma in soddisfazione esistenziale,, si tratta di una strada molto dannosa che ci rende dipendenti dalle cose, portandoci al punto che saranno le cose a possedere noi.

Viviamo nell’era dell’alto consumo, Dicembre è un mese di alto incremento, la domanda essenziale che dobbiamo porci sempre, ma soprattutto in questo mese dell’anno è: Serve?.

Ciò che serve è un occhio analitico per poter guardare all’utilità, senza dimenticare cosa può far felice la persona, quali sono i suoi desideri e anche valutare.

L’intenzione non è screditare un prodotto, evitare di fare acquisti o generare sensi di colpa, se siete appassionati di elettronica perché negare l’acquisto di un buon cellulare, aggiornare il comparto lavorativo con un laptop più prestante, investire nelle vacanze 2021, aggiornare il proprio guardaroba con un vestiario al passo con i tempi perché ci piace. E’ fondamentale un’analisi sull’utilità, capire cosa serve a noi o alle persone che ci stanno attorno, questa domanda ci rende più sensibili quando veniamo stimolati da falsi bisogni d’acquisto spesso indotti da campagne pubblicitarie mirate, dando spesso maggior valore all’apparenza del soggetto invece che al suo contenuto.

Consumiamo responsabilmente e chiediamoci sempre, Ci serve?

Lo staff di Concrete Onlus

Le olimpiadi 2026, un baluardo per Milano (e l’Italia)

Il primo grande evento internazionale che interesserà l’Italia nei prossimi anni è sicuramente quello delle olimpiadi 2026 di Milano-Cortina che potrebbero un baluardo per uscire dall’inevitabile crisi post-coronavirus.

Perché l’incessante crescere di Milano degli ultimi anni, si arrestasse, c’è voluto il coronavirus. L’emergenza ha richiesto decisioni nell’immediato che hanno stravolto la vita e l’economia delle nostre città. È importante quindi pensare oggi ad una prospettiva di lungo periodo, una strategia che si deve sviluppare con le olimpiadi 2026 come traguardo finale, che al contempo segni l’inizio di un nuovo capitolo.

Le opere in programma per le Olimpiadi invernali sono tante e l’inizio dei lavori è previsto già per il 2021. C’è innanzitutto il Villaggio Olimpico che ospiterà gli atleti nell’attuale scalo ferroviario di Porta Romana, dove nelle scorse settimane sono iniziati i primi lavori di puliza e smantellamento dei vecchi binari e che in futuro sarà destinato a diventare un campus per studenti universitari. Strutture preesistenti come il Mediolanum Forum, l’Allianz Cloud e il Palasharp saranno rimodernate per poter ospitare le gare di diverse discipline e il PalaItalia dovrebbe fare da traino al progetto di rilancio del quartiere di Santa Giulia, nella vicina Rogoredo, divenuto negli ultimi anni un brutto simbolo per la città.

Non tutte queste opere sono estremamente necessarie per la città, ma potranno rappresentare una nuova immagine per Milano e un nuovo strumento di attrattività. Certo sono degli strumenti di riqualificazione che dovrebbero permettere nel breve e anche nel lungo periodo riqualificazione del quartiere, posti di lavoro e anche residenze per studenti o in housing sociale. Questa volta a differenza di quello che abbiamo visto con l’area di Expo2015 c’è già un progetto di riuso per il futuro e non si dovranno aspettare anni per capire quale sarà il futuro di queste opere.

Expo2015 ha rappresentato il salto di qualità, il cambiamento di Milano e con le Olimpiadi 2026, Milano potrebbe fare anche questa volta il grande passo, verso una nuova era, ricostruire tutto quanto è stato distrutto dal Covid-19.

È importante costruire questa opportunità di rilancio insieme, bisogna tralasciare i cosiddetti campanilismi e attuare una strategia comune, che possa portare ad inclusione, valorizzazione e che possa produrre effetti positivi per tutti gli attori in gioco, nessuno escluso.

La sfida per le olimpiadi è fondamentale vincerla, sarà, anzi deve essere obiettivo cardine per il rilancio di Milano e dell’Italia.

Articolo a cura di Edoardo Roncon Farina

LA CUCINA E’ MEGLIO DEL TG

Fortunatamente esiste la cucina in questi tempi di pandemia!!!

E’ la cucina che ci ha salvati quando costretti in casa non avevamo nessuno svago, nessun divertimento, nessuna alternativa.

Ci siamo divertiti a sperimentare, inventare, improvvisare nuove ricette.

Benedetta la cucina che ci ha permesso di continuare a viaggiare anche se costretti nella nostra abitazione, ci ha fatto frequentare ristoranti di tutto il mondo quando quelli sotto casa nostra erano chiusi, ci ha fatto sentire profumi e gusti quando li abbiamo persi a causa del virus.

Ma soprattutto, ci ha salvati dalla monotonia dei telegiornali dove ormai si parla di un argomento soltanto correndo il rischio di far diventare tutti negazionisti per overdose.

Abbiamo assistito all’intristirsi un po’ di tutta la comunicazione; la tv, la radio, i social, hanno spesso dipinto scenari apocalittici con parole inflessibili e autoritarie mentre invece la cucina si è trasformata dalle semplici ricette o mera competizione, a indagine sociologica, narrazione storica, comunicazione empatica.

Sono quasi spariti i Cracco e Bastianic con la loro intransigenza, gli insulti, l’arroganza di chi sa, per lasciare il posto ai Gennaro, Cristiano, Borghese, grandi chef ma interessati soprattutto ai protagonisti della cucina, alle persone più che alla perfezione dei risultati.

Ed anche i Barbieri, Locatelli e Cannavacciuolo sono diventati più “umani” più attenti alla situazione e all’emozione piuttosto che ad un inpiattamento perfetto, li abbiamo visti commuoversi davanti ad un semplice piatto che ricorda i sapori dell’infanzia, imparare tecniche dalla “casalinga di Voghera”, complimentarsi per la scoperta di un ingrediente sconosciuto.

Ecco quindi che personaggi famosi, quando vogliono tenere i contatti con i loro fans, non ha importanza se sulla tradizionale carta stampata o sui più moderni social, scelgono di farsi ritrarre con il grembiule mentre preparano qualche manicaretto, dando vita alla tecnica della “cucina dai fornelli spenti”.

Non si è trattato però di una novità ma semplicemente della conferma dell’”italian style” dove tutte le fasi della vita ruotano attorno alla cucina e alla tavola: l’amicizia di un caffè preso insieme, l’invito a cena preludio di un fidanzamento, il pranzo di lavoro per finalizzare il business, le grandi tavolate con i parenti, il cibo dopo un funerale.

E parafrasando Arbore che in una sua canzone diceva che “ si la vita è tutta un quiz…” noi potremmo dire che “ la vita è la preparazione di buon pasto “, importante è usare tutti gli ingredienti e che tutti – ma veramente tutti – possano gustarlo.

Claudio Fontana – Concrete Onlus