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La Regione Lombardia, seguendo la proposta dell’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini, ha approvato l’assegnazione di 3,2 milioni di euro per un importante progetto sociale. Questo finanziamento mira all’assunzione di 80 operatori professionali specializzati nell’assistenza a persone disabili e non autosufficienti. Questa iniziativa è particolarmente rilevante per garantire supporto e assistenza qualificata in aree dove la presenza di servizi dedicati è fondamentale.

Gli operatori saranno distribuiti nei vari ambiti territoriali, con particolare attenzione ai PUA – Punti Unici di Accesso. Questi centri svolgono un ruolo cruciale come snodi informativi e di orientamento, offrendo ai cittadini e agli operatori del settore una valutazione qualificata e semplificando l’accesso a una rete integrata di servizi sanitari e sociali. L’obiettivo è quello di creare un sistema più efficiente e accessibile, riducendo le barriere nell’ottenimento di assistenza e supporto per le persone più vulnerabili.

Questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità e non autosufficienti, dimostrando l’impegno della Regione Lombardia nel rafforzare il tessuto sociale e assistenziale. Con la realizzazione di questo progetto, si auspica di rispondere in modo più efficace alle esigenze di un segmento della popolazione che richiede attenzioni particolari e un supporto costante.

Cristina Zangone

Sono nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

Il 22 e 23 settembre, il Palacongressi di Rimini ha ospitato la prima edizione di EXPOAID 2023, un evento significativo focalizzato sul Terzo Settore, che ha visto la partecipazione dell’associazione “inVIsibili”. Questa iniziativa è stata fortemente promossa dalla Ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, ed ha ottenuto un riscontro positivo sia tra i partecipanti che nell’organizzazione. L’impegno e l’empatia dimostrati dalla Ministra Locatelli e dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, hanno lasciato un’impressione duratura.

Durante l’evento di due giorni, sono stati trattati vari argomenti rilevanti: “Il progetto individuale: le basi”, “Salute e benessere sociale”, “Percorsi per l’inclusione lavorativa”, “Disabilità e sport: campioni e atleti a confronto”, “Accessibilità universale nei luoghi della cultura e turismo inclusivo”, e questioni legate all’educazione scolastica. Tra i partecipanti, vi erano persone con disabilità, esperti del settore e docenti universitari.

La Ministra Locatelli ha espresso l’auspicio di un futuro in cui la disabilità sia affrontata in modo sempre più costruttivo, grazie al coinvolgimento di tutti gli attori sociali, dalle istituzioni agli enti del Terzo Settore, dai privati ai cittadini. Si spera che questa sia solo la prima di molte edizioni future. Da EXPOAID 2023 emergeranno idee e proposte utili per la stesura delle linee guida del nuovo Piano Nazionale per la Disabilità, che verrà promulgato dal Presidente della Repubblica.

L’EXPOAID 2023 non si è limitato ai dibattiti e ai confronti, ma ha incluso anche una varietà di attività collaterali. In conclusione, l’evento ha infuso un rinnovato senso di ottimismo per un futuro migliore.

Cristina Zangone

Sono nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

Il Governo guidato da Giorgia Meloni ha intrapreso un importante passo avanti nella semplificazione delle procedure amministrative per le persone con disabilità. Un nuovo decreto legge delega, approvato dall’esecutivo l’11 maggio 2023, propone una serie di riforme mirate a ridurre la burocrazia e a migliorare l’accessibilità dei servizi.

Tra le principali innovazioni, il decreto prevede una revisione degli attuali procedimenti burocratici, con l’obiettivo di renderli più agili e meno onerosi per i disabili e i loro caregiver. Questo cambiamento rappresenta un passo significativo verso l’inclusione e la tutela dei diritti delle persone con disabilità, in linea con gli standard internazionali e le raccomandazioni dell’ONU in materia di diritti delle persone con disabilità.

Il testo del decreto, attualmente in attesa di approvazione parlamentare, contiene proposte volte a facilitare l’accesso ai servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria e l’accesso ai farmaci. Inoltre, si prevedono misure per supportare i caregiver, spesso fondamentali nel quotidiano sostegno alle persone con disabilità.

Un’altra importante novità riguarda l’introduzione di incentivi economici, tra cui un ‘bonus disabili’ di 150 euro, agevolazioni fiscali e supporto alle spese domestiche, come quelle relative alle bollette. Queste misure sono pensate per alleggerire il carico economico che spesso grava sulle famiglie delle persone con disabilità.

Il Governo Meloni si impegna, quindi, in un processo di riforma complessivo che mira non solo a semplificare la burocrazia, ma anche a garantire una maggiore equità e accessibilità per tutti i cittadini. Le aspettative sono alte, e l’attenzione si concentra ora sul Parlamento, dove il decreto sarà esaminato e, si spera, approvato per diventare legge.

In attesa delle decisioni parlamentari, il dibattito pubblico si accende attorno a queste misure, viste da molti come un passo necessario verso una società più inclusiva e attenta alle esigenze di tutti i suoi membri, soprattutto quelli che si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità.

Cristina Zangone

Sono nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

“La terza edizione del Premio giornalistico nazionale Franco Bomprezzi, in memoria dell’influente giornalista scomparso otto anni fa, è tornata quest’anno per continuare la sua missione di sensibilizzazione sulla disabilità, la fragilità e l’inclusione in Italia. Franco Bomprezzi, autodefinitosi il “giornalista a rotelle”, ha lasciato un segno indelebile nel campo della comunicazione sulla disabilità. Quest’anno, al premio si affianca un omaggio a Maria Grazia Capulli, collega del Tg2 e creatrice della rubrica “Tutto il Bello che c’è”, altra voce importante nel panorama giornalistico italiano.

Il concorso è aperto a giornalisti di testate nazionali, sia cartacee che digitali, radiofoniche e televisive. Novità di quest’anno è l’introduzione di un grant europeo, in collaborazione con i Premi dei giornalisti e Cernuschi, mirato a sostenere i freelance nello sviluppo di progetti giornalistici incentrati sui 17 obiettivi di sostenibilità.

L’evento vedrà la partecipazione di numerose figure di spicco del settore giornalistico, tra cui Direttori, Co-Direttori, Vice Direttori e Conduttori. Uno studio di COORDOWN rivela che, nonostante una sovrastima della presenza di persone con disabilità in Italia, la maggioranza degli italiani supporta le agevolazioni per l’integrazione sociale e l’accesso ai servizi pubblici.

Interessante notare che molti italiani suppongono che la pensione d’invalidità sia più alta di quanto non sia in realtà, pur avendo una percezione accurata sulla questione dei falsi invalidi. La carenza di postazioni riservate per l’assegno di accompagnamento è un altro tema sollevato, con due terzi degli italiani che credono che i posti disponibili siano effettivamente utilizzati da chi ne ha bisogno.

In merito all’accessibilità a musei ed eventi, c’è una scarsa conoscenza delle politiche attuali: il 60% opterebbe per un prezzo ridotto sia per la persona disabile che per l’accompagnatore. Il tema del lavoro vede una forte approvazione (70%) del collocamento obbligatorio, con una larga parte della popolazione che ritiene adeguate le quote stabilite per le imprese.

Sulle sanzioni per le aziende inadempienti in materia di inclusione, oltre la metà degli intervistati non sa rispondere, evidenziando una lacuna informativa. Per quanto riguarda i parcheggi riservati ai disabili, un’indagine di AutoScout24 mostra un significativo progresso nella sensibilità pubblica: il 44% lo considera gravissimo occuparne uno indebitamente, e il 92% non lo farebbe mai.

In conclusione, pur essendoci ancora molto da fare per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica, i passi fatti finora indicano che siamo sulla strada giusta per un futuro più inclusivo e consapevole delle esigenze delle persone con disabilità.”

Cristina Zangone

Sono nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

Una cena tra amici disabili

Era già da un po’ di tempo che io e L., il mio compagno, disabile in sedia a rotelle, avevamo programmato una cenetta al Ristorante Indiano, assieme a due nostre amiche, una delle quali, A., disabile anche lei, è affetta da spasticità infantile. Questa, aggravata dagli esiti di una scoliosi purtroppo curata male, le dà problemi sia di postura che di deambulazione, per cui riesce sì a camminare in linea retta, ma procedendo con la schiena storta da una parte, e con le gambe ad “x”, e le punte dei piedi una verso l’altra… In sostanza, è sempre meglio che qualcuno le stia al fianco e la tenga sottobraccio quando cammina, per evitarle possibili cadute; quando invece si deve spostare autonomamente per raggiungere posti più lontani, utilizza un “macchinino-simil-scooter” – come lo chiamo io, ignorandone il nome – ed è proprio con questo che si è potuta recare al ristorante.

Io e L. eravamo tranquilli perché l’altra amica invitata avrebbe potuto aiutarla a mangiare nei momenti in cui avesse avuto bisogno, come, per esempio, quando è necessario tagliare qualche pietanza, dato che i piccoli movimenti involontari dovuti alla sua patologia le creano difficoltà in certe operazioni “di precisione” con i polsi e le mani. Potendo contare sull’aiuto di questa amica, quindi, io avrei potuto dedicarmi ad aiutare soltanto L., dato che anche lui, similmente, si trova in difficoltà in certe “situazioni” di un pasto, come, appunto, tagliare le pietanze, o raccogliere il fondo dei cibi più liquidi con il cucchiaio. Sfortunatamente, però, quasi all’ultimo momento, l’amica “aiutante” ha avuto un contrattempo e ci ha avvisati che non sarebbe potuta venire. Inoltre, presa dall’entusiasmo, e dimenticandosi di chiedercelo prima, aveva invitato anche un altro nostro amico disabile, F., un giovane non vedente, nello specifico. Si prospettava dunque una serata tutt’altro che facile: io “da sola” ad aiutare ben tre persone in difficoltà! Ce l’avrei mai fatta, riuscendo magari a mangiare qualcosa anch’io? Già mi vedevo ad imboccare ciascuno di loro, “a rotazione”, come i bimbi più piccoli di una scuola materna all’ora di pranzo.

Il ritrovo era previsto per le 20.15 circa, davanti al ristorante, ma, con il suo solito anticipo, A. alle 20 era già lì, e mi telefonò per annunciarcelo, mentre io e L. eravamo ancora in macchina, molto gentilmente accompagnati dalla sua disponibilissima mamma.

“Sì A., stiamo per arrivare!” le ribattei al telefono, e poi: “È già arrivato anche F.?” m’informai.

“Io non l’ho ancora visto” mi rispose lei.

Arrivati al posto consueto, nelle vicinanze, dove la madre di L. ci “scarica” con carrozzina e tutto, io e lui poi ci avviammo, e finalmente raggiungemmo il ristorante.

Ed eccoci dentro, dopo i saluti, ed esserci seduti al tavolo, alle prese con il menù, un momento piuttosto particolare delle nostre cene “etniche” (cioè, solitamente, al Ristorante Cinese o a quello Indiano, per l’appunto): ho infatti preso l’abitudine di portarmi carta e penna per segnare i piatti scelti da ognuno di noi, dopo aver elencato ad alta voce quelli presenti sul menù, ovviamente in italiano. Ho l’impressione che sia un buon metodo per facilitarci un po’ le cose, dato che A. è in difficoltà con la lettura e la scrittura, e L., il mio compagno, è eternamente indeciso e cambia idea facilmente (tendendo a prediligere i piatti più “complicati”, tra l’altro). Per non parlare poi di F., che, naturalmente, non può leggere.

Ok, prima fase raggiunta, dissi mentalmente a me stessa, dopo aver riferito tutti i “nostri menù”, con il nome indiano, al cameriere. Mi sentivo un po’ preoccupata per come si sarebbe svolto il seguito della serata, ma ero anche contenta di stare con L. e i nostri due amici; salutammo festosamente F., in particolare, perché era un bel po’ che non lo vedevamo, e gli chiesi come stava, e dei suoi ultimi traguardi sportivi, sapendo che lui ama e pratica diversi sport, tra i quali corsa e nuoto, in cui è davvero molto bravo. Nonostante la sua presenza non fosse stata prevista, per ragioni organizzative, era bello vedere e sentire dalle sue parole come fosse contento di essere lì con noi anche lui.

“Vitti, la pastiglia!” esclamò all’improvviso la previdentissima A., ricordandomi di estrarre dal portamonete di L. la compressa medicinale che lui deve assumere tre volte al giorno, in concomitanza dei pasti.

“Sì, giusto, grazie A.!” le risposi.

Ed ecco, dopo un po’, tramite il giovane e affabile cameriere, arrivare i tre gustosi antipasti richiesti, uno per ciascuno dei miei commensali: due “Mix-Veg. Pakora”, cioè un misto di verdure fritte in pastella di farina di ceci, e uno costituito da cubetti di formaggio fritti, sempre in pastella di ceci, di cui non ricordo il nome; comunque, tutti e tre da tagliare (

con forbici, l’unico strumento adatto che avevo), prima di poterli assaporare. Poi, gli svariati piatti principali, alcuni di essi molto “speziati”, e, infine, il dolce, un “Lassi”, una sorta di frullato di yogurt, zucchero, frutta e ghiaccio, davvero delizioso e rinfrescante.

La serata si svolse in allegria, risate e chiacchiere, tra cui, inevitabilmente, ci sono stati anche alcuni momenti un po’ “complicati”, come quando si è trattato di mangiare le “naan”, le tipiche focaccine indiane e di portare al palato i cibi più piccanti, con tanto di sudate e lacrime per tutti. Ma ciò ha aggiunto una nota di comicità alla serata, che, alla fine, è stata veramente piacevole e divertente, nonostante le difficoltà e le varie “acrobazie” cui ho dovuto ricorrere per aiutare, come potevo, i miei tre amici.

Vittoria Montemezzo  

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.