Giro giro tornio: aiutiamoli a vincere!

I bambini del Balzo hanno creato un disegno in movimento su una tela ancorata a un tornio!

Vota Giro giro tornio per permettere ai bambini di vincere i kit di Giotto Art Lab.

Il concorso scade l’8 maggio!

Per votare:

Vota la tela Giro giro tornio entro l’8 maggio!
1. Registrati al sito del concorso La matita delle idee.
2. Nella sezione “Gallery” del sito cerca “giro giro tornio” e vota!

Clicca qui per registrati e votare: https://lamatitadelleidee.fila.it/partecipa-utente/

Trova altre foto e il post anche sulla pagina FB de Il Balzo: https://www.facebook.com/cooperativailbalzo/

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Non frequento molto i bar, ma qualche volta mi capita di andare a prendere un caffè. Oppure, semplicemente, mi trovo in fila al supermercato o in posta. Per non continuare a giocare con il cellulare, aggeggio che sta diventando deleterio, mi soffermo sulle parole dei miei compagni di attesa. E se la maggior parte dei discorsi sono incentrati sul quotidiano di ogni persona, a volte mi capita di incappare in sguardi e parole sommesse.

Ultimamente i temi ricorrenti sono l’ecologia o un tema molto ragionato nel nostro paese, l’immigrazione. Un tema in questo momento molto discusso e chiacchierato ma, purtroppo, poco conosciuto.

Quello che si sta alimentando è un sentimento di difesa e paura; chi di noi in una situazione di disagio non ha cercato di difendersi o difendere i propri cari? Chi, non conoscendo un dato argomento, si è lasciato andare a dichiarazioni “per sentito dire” o poca conoscenza. Tutti lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, in qualche modo. Ma la conoscenza, il sapere e l’istruzione sono l’unica arma per difendere una delle cose più importanti che abbiamo: la libertà.

Quello che facciamo è semplicemente sentire gli esponenti che si spendono in discorsi e voli pindarici per cercare di portare il maggior numero di persone nelle file del proprio gruppo ma spesso e volentieri i metodi utilizzati non sono dei più limpidi e comprensibili. Per ingraziarsi il pensiero delle masse spesso si cerca di fare leva su i punti deboli e le paure delle persone, si parla alla pancia.

Ed è per questo che, in una situazione economica e sociale così precaria come in Italia, si cerca di alimentare una guerra tra poveri sottolineando quanto “gli altri”, quelli venuti da quel continente lontano per cultura ma geograficamente così vicino a noi, siano una minaccia per la nostra vita e per il nostro futuro.

Ci si affida a numeri e cronaca sentiti da un telegiornale o riferiti banalmente da un nostro conoscente per valutare un problema mondiale così importante e delicato e, diciamocelo, i nostri antenati non sono stati così lontani dalla miccia che ha fatto scatenare questo esodo.

La geopolitica è una materia difficile e complessa e sinceramente a volte anche un po’ noiosa ma è utile per capire da dove nasce il problema e quanti anni fa è stato seminato il suo germe. Non si parla di questioni recenti ma di fatti successi decine e decine di anni fa.

I grandi flussi di persone, le masse, si spostano per cercare condizioni migliori, una dicitura che assume diverse sfumature, dalla più banale alla più pericolosa. Non sono solo le persone che scappano dalle guerre a dover effettuare uno spostamento ma anche quelle persone per cui i basilari diritti umani non vengono garantiti. I diritti dell’uomo sono inalienabili e ogni stato deve rispettarli, tutelarli e applicarli.Dovrebbe!!!

I diritti dell’uomo si distinguono in 3 categorie: civili e politici (diritto alla vita, il diritto di riunione e il diritto alla libertà di religione); i diritti economici, sociali e culturali,
(per esempio il diritto al lavoro, all’istruzione e alla sicurezza sociale); diritti della terza generazione (per esempio il diritto allo sviluppo e a un ambiente sano e pulito).

Per me, solo l’elencare queste tre banali frasi, spiega già molto di più di quello che può fare un saggio sull’argomento.

Quelli che per molti sono numeri a volte numeri legati a statistiche territoriali, altre volte legati a un naufragio, in realtà sono persone, madri, figli, mariti o nipoti. Persone che non potranno mai dire al telefono: “mamma ce l’ho fatta, il mare non mi ha inghiottito”.

E’ necessario cercare di comprendere e conoscere la storia che sta dietro a un nome; a volte quel nome nasconde delle sfumature inaspettate, delle bellezze inespresse e delle differenze. Ma chi dice che le differenze siano necessariamente negative? E perché invece non potremmo pensare che una differenza ci possa arricchire, ci possa fare pensare e ragionare o perché no, addirittura migliorare? O forse potrebbe semplicemente farci pensare: quella persona mi somiglia molto più di quanto pensassi.

Articolo a cura di Sara Maida, responsabile del Centro di Accoglienza Casa di Betania ONLUS

Casa di Betania è un centro di accoglienza per rifugiati politici, richiedenti asilo, titolari di protezione sussidiaria e ricorrenti.

Casa di Betania è ONLUS – Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale – ai sensi del D.Lgs. 460/97, iscritta all’albo regionale del volontariato.

Costituita nel 1987 l’Associazione Amici di Casa di Betania si è dedicata da subito ed esclusivamente al centro di accoglienza.

Nato come centro di prima accoglienza per immigrati si è trasformato nel corso degli anni diventando un centro di seconda accoglienza per rifugiati, titolari di protezione sussidiaria, richiedenti e ricorrenti.

Il loro obiettivo è quello di offrire ai loro ospiti un’autentica opportunità di inclusione sociale.

http://www.casadibetania.org

via Carducci 4 – 20089 Ponte Sesto di Rozzano (MI)

Tel. 02-30910226

Codice Fiscale e Partita IVA 97060330152

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L’unico “sport” che adoro, è la pesca!
Ricordo che mio papà mi portava fin da piccola a pescare nei fiumi del pavese e, crescendo, la passione è aumentata, ma sono cresciuti anche i problemi.

Purtroppo, essendo in carrozzina non mi è più possibile pescare nei fiumi per via della stabilità e dei percorsi impervi per arrivare alle località di pesca.

In compenso però ci sono molte strutture che mi permettono di pescare, come i laghi artificiali, dove la riva è liscia e non troppo pendente nei punti in cui è permesso pescare (solo pesci grossi però, niente pesciolini. Vai di muscoli, quindi!).

Poi esistono anche delle strutture che hanno costruito pedane apposta per i disabili: alcune costeggiano semplicemente il lago, come una passeggiata, mentre altre stanno addirittura sopra l’acqua! Molto comodo e sicuro soprattutto.
In più in molte strutture l’abbonamento per i disabili è gratis 😀

Per quanto riguarda le canne da pesca, per fortuna ci sono quelle fatte in fibra di carbonio, che sono quindi molto leggere da usare (nel mio caso comunque, anche se sono leggere, se superano i 4 m di lunghezza, diventano comunque troppo pesanti). Invece, per l’abbocco del pesce in sé, ci sono tranquillamente i mulinelli che praticamente tirano su loro il pesce: tu devi solo girare la manovella e quindi risulta tutto un po’ più leggero (anche se, ammetto, io uso la canna senza mulinello, preferisco fare un po’ di fatica!).

Direi che come sport, per me, è perfetto: stai all’aria aperta, fai un po’ di muscoli ed impari ad avere pazienza e a rilassarti! E soprattutto, santo silenzio!

Articolo a cura di Sara Gallione

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Oggi vogliamo presentarvi una innovativa APP dalla penisola iberica: Lazzus.com, creata da ciechi per ciechi.

Cosa è Lazzus?

Si tratta di un assistente personale che accompagna i portartori di cecità e gli ipovedenti negli spostamenti creando un campo visivo tramite suoni. L’app indica ostacoli o punti di interesse utili mentre ci si muove in autonomia come ad esempio strisce pedonali, incroci stradali, scale ed edifici di interesse. Il tutto viene svolto tenendo conto sempre della massima sicurezza dell’individuo.

Quali sono le caratteristiche uniche di Lazzus?

L’app utilizza due fonti di dati estremamente dettagliate: Google places, piattaforma con gli aggiornamenti più rapidi presente sul mercato, e Open Street Map, il che significa ottenere la massima precisione metrica e di aggiornamento dei cosiddetti “punti di interesse”. Il raggio di azione è di 100 m in continuo aggiornamento in modo tale da rendere sempre più “visibile” e reale all’utente l’esperienza di supporto creata.
La terza caratteristiche che rende unica l’esperienza Lazzus è il particolare di essere stata ideata, costruita e messa a punto da persone affette da cecità con l’aiuto di un team di esperti del settore high-tech.

Per scoprirne di più guarda il video di presentazione sul sito dell’app:

http://lazzus.com

Articolo a cura di Lucio Fontana

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Il lavoratore che assiste una persona disabile , ha il diritto di essere trasferito in una sede più vicina al domicilio della persona presso la quale presta assistenza.

La possibilità di poter scegliere di lavorare nella sede più vicina al familiare da assistere, non vale solo per l’inizio del rapporto lavorativo, ma anche durante lo svolgimento dello stesso, anche in seguito a trasferimento.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione in una recente sentenza.

Il caso nasce dal ricorso di un lavoratore che aveva chiesto al proprio datore di lavoro di poter scegliere la sede lavorativa più vicina al comune presso il quale viveva la sorella che necessitava assistenza.

Il datore di lavoro aveva rifiutato e da qui è cominciato l’iter giuridico.

La prima sentenza era stata negativa, anche se il giudice aveva ordinato il trasferimento del lavoratore in una delle sedi disponibili vicino al comune dove abitava la sorella, ma la Corte d’Appello aveva dato ragione al lavoratore.

Decisione confermata dalla Cassazione.

La Corte ha sottolineato che il diritto di un “genitore o familiare lavoratore che assista con continuità un parente o un affine, entro il terzo grado, handicappato, ha diritto di scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio.

E’ applicabile non solo all’inizio del rapporto di lavoro mediante la scelta della sede ove viene svolta l’attività lavorativa, ma anche nel corso del rapporto, mediante domanda di trasferimento.

La ratio della norma è infatti quella di favorire l’assistenza al parente o affine handicappato, ed è irrilevante, a tal fine, se tale esigenza sorga nel corso del rapporto o sia presente all’epoca dell’inizio del rapporto stesso”.

Inoltre, “circoscrivere l’agevolazione in favore dei familiari della persona disabile al solo momento della scelta iniziale della sede di lavoro, come preteso dalla società ricorrente, equivarrebbe a tagliare fuori dall’ambito di tutela tutti i casi di sopravvenute esigenze di assistenza, in modo del tutto irrazionale e con compromissione dei beni fondamentali richiamati nelle pronunce della Corte Costituzionale”.

Articolo a cura del Dr. Lorenzo Edera – ASST Pavia

(Fonte Studio Cataldi – Quotidiano Giuridico)