Roche ha annunciato l’avvio in Italia di un programma di studio di fase II sull’atrofia muscolare spinale (SMA) che valuterà la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia di RG7916, una nuova molecola amministrata per via orale, in pazienti giovani e adulti affetti da SMA di tipo I, II e III.

L’Italia è il primo paese ad avviare questo importante programma con lo studio denominato SUNFISH, già iniziato in pazienti con SMA di tipo II e III, e a cui farà seguito a breve anche lo studio FIREFISH in pazienti affetti da SMA di tipo I. Il programma di sperimentazione è volto ad identificare nuove soluzioni terapeutiche per una patologia, l’atrofia muscolare spinale, per la quale ancora non esistono soluzioni approvate.

La nostra segretaria Sara ci racconta della sua esperienza personale all’interno di questo programma di sperimentazione:

Durante il primo anno di sperimentazione, a metà pazienti davano il placebo mentre all’altra metà veniva somministrato il vero farmaco. Nel corso del secondo anno, chi nel primo aveva ricevuto il placebo, avrebbe ricevuto il farmaco. Io ho avuto la fortuna di aver ricevuto il farmaco dal primo anno e devo dire che nel suo piccolo ha funzionato: sono un po più forte e alla sera arrivo ad essere meno stanca.

Inizialmente si andava in ospedale una volta al mese per i controlli. Trascorrevo in ospedale una giornata intera, nel corso della quale facevo un elettrocardiogramma ed esami del sangue ogni tot ore, fisioterapia, ogni tanto la spirometria e infine visita oculistica (dato che a quanto pare come effetto collaterale c’era la possibilità di peggiorare leggermente con la vista, ma niente di grave). La dose somministrata era minima (si prendeva una siringa da 3,7 ml), poi pian piano le visite sono diminuite, arrivando ad essere una ogni 2 mesi, fino allo scadere dei 2 anni. Successivamente le visite sono arrivate ad essere una ogni 4-5 mesi ed adesso la dose somministrata è di 6,5 ml.


L’atrofia muscolare spinale è una patologia genetica rara e debilitante, più frequentemente diagnosticata nei bambini. Colpisce fino a 10.000 bimbi in tutto il mondo ed è classificata in 4 diverse forme: il tipo I e II si presentano durante l’infanzia; il tipo III, anche nell’adulto; mentre il tipo IV solo in età adulta. La malattia porta alla progressiva degenerazione del motoneurone, ovvero alla mancanza di controllo del movimento muscolare e, a seconda della forma, può causare la perdita della forza fisica, la capacità di camminare, di mangiare o respirare. E’ la più comune causa genetica di mortalità infantile ed è considerata una delle malattie rare più comuni.

La SMA di tipo I rappresenta la forma più grave e compare solitamente nei primi sei mesi d’età, causando una profonda debolezza muscolare e compromettendo inevitabilmente la capacità motoria. I bambini affetti da SMA di tipo I non riescono a stare seduti, a svolgere autonomamente attività semplici ed automatiche come mantenere eretto il capo e deglutire. Il progressivo indebolimento dei muscoli del torace aumenta il rischio di infezioni respiratorie e causa una scarsa crescita polmonare. Comporta un alto tasso di mortalità, non permettendo al 90% dei bambini nati con questa patologia di sopravvivere al secondo anno di età.

La SMA di tipo II, nota anche come SMA intermedia o cronica infantile, presenta sintomi cheincludono la debolezza muscolare e ipostenia, e che compaiono solitamente tra i 6 ed i 18 mesi di età. I pazienti affetti da questa tipologia di atrofia sono in genere in grado di sedersi autonomamente, ma non di camminare. Vanno in contro ad un grave e progressivo peggioramento della disabilità motoria che spesso porta a necessitare cure 24 ore al giorno e per tutta la vita. Gli individui con SMA di tipo II spesso sviluppano una grave scoliosi e la debolezza dei muscoli del torace porta ad un elevato rischio di infezioni respiratorie severe. La gravità e la progressione della patologia si differenziano da persona a persona, tanto che l’aspettativa di vita varia dalla prima infanzia fino all’età adulta.

Nella SMA di tipo III, i sintomi di debolezza muscolare compaiono tra i primi 18 mesi e l’età adulta. Comportano difficoltà nel camminare, debolezza muscolare e un aumento del rischio di infezioni respiratorie. Un numero significativo di persone con SMA di tipo III perde la capacità di deambulare, può sviluppare una grave scoliosi e altri problemi ortopedici. Molti di questi sono costretti sulla sedia a rotelle già all’età di 40 anni.

Il tipo IV, invece, considerato la forma adulta di SMA, è meno comune e colpisce gli adulti. E’ caratterizzato da una progressione più lenta dei sintomi, che influiscono principalmente sulla capacità di camminare. I sintomi compaiono solitamente dopo i 35 anni ed i pazienti possono avere un’aspettativa di vita normale.

Per approfondire l’argomento, consultate la nostra fonte.

Articolo a cura di Sara Gallione e Luisa Cresti.


Mercoledì 20 Febbraio ore 21.00 a Cascina Grande di Rozzano (MI) va in scena la 9° serata di Diversamente Comico. 
Un’opportunità straordinaria quella che questa iniziativa dà a ragazzi/e diversamente abili o con gravi patologie. Si potranno infatti esibire sul palco della Cascina Grande di Rozzano (MI) insieme ai comici di Zelig e Colorado.


Se la fede si misurasse dal rispetto dei precetti delle religioni, probabilmente saremmo tutti atei, oppure, se per essere sportivi bastasse guardare i programmi televisioni dedicati allo sport, molti di noi sarebbero dei grandi atleti.

Così, purtroppo, è anche per lo Stato, troppe volte confuso e nascosto, offuscato, frainteso con la burocrazia. Una burocrazia che ci soffoca, ci assilla, si autoriproduce, che non ha più una finalità pratica, se non quella di annientare il cittadino e di far sentire importante chi in quel momento sta seduto dall’altra parte della scrivania.

E questo è ancor più ridicolo, perchè chi è in questa posizione è il primo a lamentarsi, a essere insoddisfatto, ma poi quando tocca a lui nell’esercizio delle sue funzioni ad esercitare il buon senso, a doversi ricordare che la burocrazia dovrebbe essere al servizio dei cittadini e non viceversa, vuole il rispetto ottuso delle procedure, anche quando queste hanno perso qualsiasi connessione con l’argomento, con l’azione e l’aspetto pratico che dovevano supportare.

Un esempio pratico: recentemente mi è capitato di recarmi presso l’area ecologica del mio comune, dove sono sempre andato fino ad un mese prima senza problemi, e mi sono sentito dire che non potevo più recarmi li con un furgone ma solo con un'”auto”, che così prevede la legge e che il mio comportamento era a rischo di “penale”.

Quando ho provato ad obiettare che così si era fatto fino ad un mese prima e che nessuno si era preoccupato perlomeno di avvertire i cittadini (i siti web esistono anche per questo e possono fornire informazioni h/24) mi è stato detto in maniera lapidaria che “la legge non ammette ignoranza” e che se volevo disfarmi di materiale ingombrante che non stava nell'”auto” potevo prenotare il servizio sgombero del comune, cosa che ho fatto, e da fine gennaio mi hanno mandato al 7 marzo (come una TAC), ma soprattutto mi hanno detto che porteranno via non più di tre pezzi. Ma pezzi di che cosa non sono stati capaci di specificarlo.

Capite bene che una persona (cittadino) che sta a casa dal lavoro per poter rispettare gli orari dell’area ecologica, si vede respinto una prima volta perchè le disposizioni sono cambiate e non c’è stata informazione, viene accusato/minacciato di essersi sempre comportato male e contro la legge e quindi passibili di sanzioni anche penali, quando cerca di mettersi sulla “retta via”, trova a dover lotare contro lungaggini, inefficenze e “vacuità delle norme” come può reagire? Può amare il suo Stato – nel mio caso il comune che è una delle sue espressioni decentrate – ?

Stiamo attenti perchè è proprio questo il rischio occulto, ma non troppo, della burocrazia, farci allontanare dallo Stato, farcelo detestare e in questo modo lasciare il campo libero agli altri, a quelli moralisti e bacchettoni di facciata che poi invece le leggi e le regole non le rispettano ma voglionio farle rispettare agli altri, quelli che nelle intercettazioni telefoniche ci prendono tutti per i fondelli come “gli stupidi” che si attengono alle regole mentre loro fanno quello che vogliono.

NON FACCIAMOCI TURLUPINARE. NON FACCIAMOCI FREGARE. LO STATO È NOSTRO, LO STATO SIAMO NOI E QUANDO CI PROVANO, PROTESTIAMO, OBIETTIAMO, OCCUPIAMO. NON LASCIAMO SPAZIO A QUESTI INDIVIDUI, CHE TUTTO FANNO TRANNE CHE SERVIRE LO STATO… E TUTTE LE SUE DECLINAZIONI.

Articolo a cura di Claudio Fontana.

COM’È ANDARE AL CINEMA PER UN DISABILE AL 100% CHE CAMMINA?

Mi chiamo Maria Rosa, vivo a San Martino e da qualche tempo hanno costruito un cinema in prossimità del centro commerciale vicino a casa mia.

Per curiosità sono andata a vedere un film. Arrivata alla cassa con i miei bastoni e la mia tessera di esenzione al pagamento, la cassiera mi dice: “Signora sono 7,50 €. Le faccio pagare il ridotto.”

Pago il mio biglietto e vado a prendere l’ascensore, perché le sale si trovano al piano superiore. Quando entro nella sala cinematografica mi accorgo che il posto per disabili è il primo sulla fila in basso, la più vicina allo schermo… inutile dirvi il torcicollo che mi è venuto alla fine del film!

Arrivata a casa, ho guardato sul sito del cinema, sotto la voce “diversamente abili”… Ho scoperto che il disabile al 100% che cammina paga il biglietto ridotto, mentre per il disabile al 100% in carrozzina il biglietto è gratuito.  

(I misteri della vita).

Per fortuna ho la patente e guido la macchina, quindi quando voglio vedere un film mi reco al cinema di Montebello.

Che io sia seduta in carrozzina oppure a piedi con i miei bastoni, basta che gli faccia vedere la mia tessera di esenzione e il biglietto non lo pago.

Anche qui prendo l’ascensore, perché le sale sono al primo piano, ma, a differenza del cinema di San Martino, i posti sono subito in alto e i posti per disabili sono molto più comodi: vedi bene lo schermo e non ti viene il torcicollo!

Articolo a cura di Maria Rosa Stassi

Cari amici di Concrete Onlus,

per questo mese vorremmo rendere omaggio al grandissimo Nicola Dutto, campione di motociclismo paraplegico, per la sua grande ultima impresa sportiva augurandoci sopratutto che possa essere un esempio per come affrontare le difficoltà della vita.

La carriera di Dutto vanta un importante Palmares di vittorie dal campionato di Spagna di Rally TT nel 2004 al campionato Italiano Baja nel 2009.

20 marzo 2010, Pordenone: Dutto si trova alla prima prova speciale del campionato europeo Baja ma, arrivato all’altezza del fiume Tagliamento, non vede una pietra nascosta nella sabbia e cade così dalla moto ad una velocità di 150 km/h. Il pilota cuneese riporta la frattura della settima vertebra dorsale ed è costretto da quel momento in poi a muoversi su una sedia a rotelle. 

Ecco come le due ruote possano fare molto male, ma bisogna avere il coraggio di rialzarsi. Dutto ha saputo lavorare instancabilmente raggiungendo un obiettivo per molti impensabile: nel gennaio 2019 è stato il primo pilota paraplegico a prendere parte al Rally-Raid Dakar, definita la competizione più famosa nonché più difficile e pericolosa del mondo.

“Non ho mai odiato la moto o rinnegato quello che ho fatto. Mi reputo un ragazzo fortunato perché ho potuto trasformare una passione in una professione, con tutti i rischi del mestiere. Quando sono in sella mi dimentico di non poter usare le gambe. La moto mi ha spezzato, ma mi ha salvato.” Sono queste le parole che usa Nicola Dutto che ognuno di noi può far sua baluardo contro le difficoltà della vita.

Articolo a cura di Lucio Fontana